Don Mattia fa il detective: con la videocamera nascosta blocca il ladro di elemosine
L’hanno subito ribattezzato «Don Matteo», ispirandosi alla nota fiction televisiva che ha per protagonista Terence Hill. D’altronde questa volta don Mattia Vanzo, cappellano rivano altrettanto noto - ma in chiave locale - il soprannome se l’è proprio guadagnato.
Assieme ad alcune collaboratrici della parrocchia e grazie all’aiuto di una signora che frequenta la chiesa di San Giuseppe, è riuscito ad acciuffare e consegnare ai carabinieri il ladruncolo che da qualche tempo frequentava la grande chiesa del Rione Degasperi mettendo a segno ripetuti furti. Il primo risale a un paio di settimane fa ed è stato il più ingente. Alcune centinaia di euro spariti dopo la messa della domenica e con il recipiente delle offerte ancora pieno. Il ladro - si sospetta - deve essere riuscito a procurarsi forse proprio in quella prima occasione una chiave della sacrestia, tornandovi anche nei giorni successivi. La seconda volta - era sabato dell’altra settimana - ha trovato solo poche decine di euro ma se le è comunque intascate facendo perdere le sue tracce. Don Mattia a questo punto ha escogitato un piano degno del suo quasi omonimo televisivo: quella stessa sera, dopo il secondo furto, ha infatti posizionato una videocamera tra i fiori che decorano la chiesa e l’ha lasciata in funzione a ciclo continuo. «Si tratta di una fototrappola - racconta il cappellano - di quelle che si usano anche per fotografare gli orsi e gli altri animali selvatici nei boschi».
L’idea ha sortito gli effetti sperati, perché il ladro è tornato in chiesa anche domenica e ha messo a segno il terzo furto, allontanandosi anche questa volta con pochi euro lasciati tra le offerte apposta per attirarlo in sacrestia. Il suo passaggio è stato perfettamente filmato dalla videocamera e le immagini, piuttosto nitide, sono state consegnate ai carabinieri con apposita denuncia. «Non conoscevamo l’uomo visto nel video, ma ho comunque fatto vedere le immagini a un po’ di persone, nostri collaboratori e frequentatori della chiesa - racconta don Mattia - e questo ci ha permesso di dare una svolta alla situazione».
Già, perché il ladro è tornato lunedì scorso - per la quarta volta - in chiesa convinto di poter rubare ancora gli spiccioli delle offerte. Solo che questa volta una signora, una parrocchiana che cura amorevolmente gli addobbi floreali della chiesa, lo ha riconosciuto ricordando le immagini registrate dal cappellano viste poco prima, e ha subito chiamato don Mattia mentre il ladro usciva dalla chiesa del Rione e si allontanava in bicicletta: «Gli siamo andati dietro, sia io che la segretaria della parrocchia, e alla fine l’ho raggiunto in auto e l’ho fermato chiamando i carabinieri - racconta don Mattia - che l’hanno preso in consegna».
Tra indagine, videotrappola e inseguimento, don Mattia si è certo guadagnato la stima dei suoi parrocchiani oltre al soprannome che ancora a distanza di giorni lo fa sorridere.