Coronavirus: la Casa di cura Eremo di Arco vieta le visite ai malati, i parenti protestano L'ad Fontana: «E' per tutelare i pazienti»
Divieto di visita agli ammalati; la casa di cura Eremo ha scelto una linea estrema: fermare ogni persona, familiari o parenti, che voglia entrare nella sua casa di cura. Una decisione contestata da alcuni familiari trentini, che si sono rivolti sia alla direzione dell’ospedale privato, sia a L’Adige per protestare contro una misura ritenuta fuori luogo nella congiuntura generale di psicosi da Coronavirus, in un momento in cui in Trentino, tra l’altro, si è deciso che le scuole da lunedì tornino alla normalità.
L’amministratore delegato della società “Casa di cura Eremo di Arco” srl, Sergio Fontana, conferma la disposizione, «fatta - ha spiegato ieri - per tutelare gli ammalati, visto che diversi pazienti vengono dalle regioni Veneto e Lombardia».
L’assessora provinciale alla sanità, Stefania Segnana ha riferito di non sapere della direttiva dell’istituto ospedaliero di Arco e che, se capisce che lo si possa fare «per evitare di fare distinzioni tra persone in visita», perlomeno «ci sia una maggiore apertura per le persone che vengono dal Trentino».
«Ho mia mamma ricoverata alla casa di cura Eremo per un periodo di riabilitazione - spiega una persona che ieri voleva visitare la propria madre - volevo portare il cambio della biancheria e dei soldi per le piccole spese ma non fanno entrare nessuno.
Ho chiesto di parlare con un responsabile, e questi mi ha riferito che «non entra nessuno» e che la misura è «a loro discrezione» e che lo fanno perché molti pazienti sono lombardi. Lavorando io in una struttura ospedaliera pubblica in Trentino, ho contestato che in nessun ospedale pubblico trentino è stata presa una decisione così draconiana e che in quelli di Trento e Rovereto si può fare visita agli ammalati; mi è stato detto che Trento e Rovereto non hanno pazienti da fuori regione, ma non è vero. Non si può bloccare tutto così, allora chiudano la casa di cura».
Il motivo della blindatura è stato spiegato da Fontana: «È per ragioni cautelari, per maggiore garanzia dei pazienti. Non potendo controllare le provenienze di tutti i familiari abbiamo preso questo provvedimento per una settimana». Alla domanda se non lo ritenesse esagerato, Fontana ha risposto di no, che «anche all’ospedale di Arco, alcuni reparti come Pneumologia, sono sulla stessa linea».
L’assessora Segnana, all’oscuro della misura adottata ad Arco, ha fatto sapere che per le Rsa, residenze sanitarie assistenziali, «avevamo dato l’indicazione di fare attenzione alle visite, a fare entrare i parenti uno alla volta, di evitare l’ingresso alle persone influenzate. Noi non siamo informati delle scelte fatte da Eremo, credo dipenda dal fatto che hanno pazienti dal Veneto e dalla Lombardia e che sia un provvedimento generalizzato per non fare delle distinzioni. Forse potrebbero essere un tantino più elastici e visto che in Trentino non abbiamo casì non c’è motivo di bloccare le visite a pazienti trentini. Mi pare un poco eccessivo».
E così mentre ieri non risultava in Trentino nessun contagiato da Coronavirus e la Provincia ha deciso di riaprire le scuole, ad Arco la casa di cura Eremo è diventata più realista del re.