Riva: il ritorno di Molinari con una coalizione a cinque «Rimettere in moto la città»
A ognuno il suo slogan. In ordine di «apparizione» si va dal «cambiamento» del centrodestra a trazione Lega alla «continuità» del centrosinistra che punta al tris di Mosaner, dalla «trasparenza» del Movimento 5 Stelle per arrivare al «Ripartiamo» lanciato ufficialmente sabato nella tanto attesa presentazione della coalizione Polo Civico-Patt che dopo quindici anni riporta al centro del dibattito politico cittadino l’ex sindaco e senatore Claudio Molinari. I giochi adesso sono fatti, la campagna elettorale può iniziare e la prospettiva concreta è di arrivare a metà maggio con un ballottaggio tutto da giocare.
Come anticipato, già la location scelta da Molinari e dalla sua coalizione per uscire finalmente allo scoperto non è stata casuale. Il Parco dell’Ora, la parte sud (quella pubblica) dell’area Cattoi, croce e per niente delizia del dibattito politico-amministrativo dell’ultimo quinquennio e della prossima campagna elettorale. «Siamo in una tessitura del miglior paesaggio rivano, bene rigenerato e valorizzato» ha sottolineato lo stesso Molinari ieri, quasi a voler rimarcare, come fatto peraltro poco dopo anche dall’ex sindaco e assessore Paolo Matteotti, la differenza tra le sue amministrazioni e quella in scadenza.
Alla prima ci sono tutti coloro che hanno voluto che tornasse in campo da protagonista.
Mauro Malfer, Marco Tanas e Salvador Valandro per la civica «Nuova Riva», Isabella Iandarino e Germano Lorenzi per quella «Iandarino-Riva cambia passo»; Tommaso Caceffo, Sara Bombardelli e Davide Delaini per «La Riva», i vertici del Patt con la coordinatrice di valle e consigliera comunale Silvia Betta, il segretario Marco Torboli, i membri del direttivo Pietro Matteotti, Giorgio Morandi e Giovanni Santoni; Paolo Matteotti portavoce ma non candidato della rinata «Insieme per Riva 2020-2025». Si vede anche Franca Bazzanella, corteggiata ma ancora in sospeso, c’è anche (ma ufficialmente solo di passaggio) l’assessora Pd Lucia Gatti col marito Alfredo Vivaldelli, presidente della Fraglia Vela Riva, così come il fratello ed ex consigliere comunale della Margherita che fu Franco Gatti («ma io non candido» precisa). Passato, presente e forse futuro di Riva.
«Nell’accettare l’invito a candidarmi al servizio di sindaco - ha sottolineato Molinari - ho condiviso alcune riflessioni che derivano dalla presa d’atto della situazione di stallo progressivamente maturata negli ultimi anni nell’azione dell’amministrazione comunale e anche da quella di un clima divisivo caratterizzato da personalismi tanto nocivi quanto superflui».
«In una fase che considero davvero di emergenza - ha proseguito l’ex senatore - occorre esprimere un pensiero positivo sulla città, superare schemi ideologici non attuali, per un impegno nell’amministrazione della cosa pubblica che nasca dall’ascolto della cittadinanza, recuperando un metodo positivo di rapporto delle cittadine e dei cittadini con gli amministratori eletti».
Una stoccata per nulla velata all’amministrazione in carica e ad alcune voci del Pd Molinari non l’ha per nulla risparmiata quando si è trattato di toccare il tema dei rapporti con i Comuni vicini, Arco in primis: «È assolutamente necessario attuare un percorso di ricucitura dei rapporti sociali - ha detto - superando velocemente questa fase di reciproca delegittimazione fra i soggetti impegnati in amministrazione, anche attraverso il recupero di un linguaggio rispettoso e sereno. Riflettiamo - ha proseguito - su quanto stia danneggiando l’Alto Garda l’inutile atteggiamento di contrasto, nemmeno dissimulato, dell’amministrazione comunale di Riva nei confronti di quella di Arco».
«Ripartire» è il mantra di Molinari e della sua coalizione, «per una nuova partecipazione e per il lancio di una nuova classe dirigente», «declinando innovazione e abilitando le attese della generazione più giovane», «ripartire con metodo propositivo e senza alcun spirito di rivalsa». Massima attenzione al sociale, al mondo femminile, a quello giovanile appunto. E in questo contesto immaginarsi un’ipotetica futura giunta con un vicesindaco donna e almeno un assessore under 30 è tutt’altro che fantapolitica: «Assolutamente sì» risponde secco Molinari. E ritrovarsi contro colui col quale si è governato per lunghi periodi di questo nuovo Millennio? «Con il sindaco Mosaner condividiamo da sempre gli stessi valori - ribatte l’ex senatore - Ciò che ci divide è una diversa visione del rapporto che si deve avere con l’amministrazione e con la cittadinanza».
E allora perché non c’è stata la possibilità di una proposta unitaria? «Richiesta non pervenuta» risponde sorridendo Molinari. Un progetto con vista provinciali 2023? «Pensiamo ad amministrare la città. Ben venga poi poter essere stimolo propositivo nei confronti dei partiti tradizionali».