Arco, Severino Bombardelli: "Sono medico e positivo: molti colleghi rischiano"

di Daniele Ferrari

«A me è andata davvero bene, ma oggi sono ancora troppi i medici, operatori sanitari e socio-sanitari che stanno rischiano prestando il loro prezioso servizio accanto a tanti pazienti positivi: solo loro i veri “eroi” di questa battaglia epocale contro il coronavirus».
Da alcune settimane il noto medico di base e di medicina generale di Arco Severino Bombardelli è in quarantena, dopo essere risultato positivo a Covid 19, dovendo sospendere il suo servizio negli ambulatori di Pietramurata e Dro, e nella locale Rsa.

«Voglio esprimere innanzitutto la mia solidarietà e vicinanza alle famiglie della collega delle Val di Fassa scomparsa lunedì in ospedale a Trento, e dei miei anziani pazienti che hanno perso la loro battaglia contro il virus: vittime innocenti che si spengono in solitudine e senza l’affetto dei loro cari - precisa il dottor Severino Bombardelli noto in tutto la Busa anche per il suo impegno sociale e politico - pur positivo al tampone non ho accusato alcun sintomo influenzale (forse un leggero raffreddore) e continuo a lavorare dal mio domicilio, dando giornalmente ai miei pazienti consigli, indicazioni e sostegno psicologico per affrontare un’emergenza sanitaria del tutto inaspettata, e all’inizio forse sottovalutata.
Le immagini della Cina ci parevano lontane, scenografia di un film apocalittico in una società dove medicina, scienza e ricerca ci facevano sentire, a torto, immuni da tutto».

Emergenza coronavirus che ha stravolto anche ritmi e prestazioni delle medicina di base. «Devo ringraziare i colleghi che mi stanno sostituendo in queste ore in ambulatorio, dove si riceve solo su appuntamento e previa telefonata - spiega Bombardelli - non è questo il momento delle polemiche o delle accuse su mancate forniture di mascherine e dispositivi di sicurezza. Tutti ci siamo trovati impreparati di fonte a tale sfida sanitaria e non è stato facile avviare un’assistenza puntuale, che oggi consente di seguire e curare a domicilio gran parte dei soggetti positivi o con sintomi riconducibili a Covid 19 (dei 2.529 positivi trentini, 1.399 sono seguiti a domicilio, il 57% del totale, ndr)».
Quali le indicazioni per ridurre i contagi. «Vanno seguite in modo attento e responsabile le indicazioni ministeriali su spostamenti e distanziamento sociale: l’indicazione “io resto a casa” è la prima norma da seguire - ricorda il dottor Bombardelli - servirebbero inoltre più tamponi per personale sanitario e i soggetti che operano in prima linea (dalle forze dell’ordine, ai volontari di protezione civile, ai farmacisti e commessi dei negozi aperti). Operando in un ambiente a rischio (Rsa) sono stato tra i primi a eseguire il tampone e ciò ha evitato che potessi contagiare altri pazienti o persone sane accolte in ambulatorio.
I tamponi, come assicurato dalla task-force provinciale, aumenteranno ma non potranno raggiungere tutti. Serve grande attenzione da parte di tutti, e chi accusa in questo periodo febbre o sintomi influenzali deve affrontarli in modo serio e corretto, osservando un periodo di autoisolamento (una decina di gironi)».

«Siamo tutti nella stessa barca e siamo chiamati a remare insieme per vincere questa battaglia - conclude Severino Bombardelli citando le parole di Papa Francesco - un obiettivo sicuramente possibile, ma non immediato, che deve indurci ad una profonda riflessione sull’approccio a malattie ed epidemie, riconoscendo capacità, ma anche limiti, del mondo della ricerca e della medicina».

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