Lavoro / L’operazione

Il resort dell’Alto Garda aveva 51 lavoratori «in nero» o irregolari: blitz della Guardia di Finanza

Dal maitre al lavapiatti, ma anche bagnini ed estetiste: scatta la «maxi-sanzione per lavoro nero» prevista dalla legge, e per tutti il recupero dei contributi Inps non versati

RIVA DEL GARDA. Prosegue l'impegno della Guardia di Finanza volto alla Tutela dei Cittadini, della Legalità socio-economica e alla prevenzione e repressione delle violazioni in materia di “lavoro sommerso”.

Nel corso delle ordinarie attività di “Controllo Economico del Territorio”, intensificate nei mesi a più alta vocazione turistica, i Finanzieri della Tenenza di Riva del Garda hanno scoperto 51 lavoratori (12 “in nero” e n. 39 “irregolari”), impiegati con differenti compiti (camerieri, pasticceri, maitre, chef, lavapiatti, estetiste, bagnini), all’interno di un resort situato nell’Alto Garda.

L’attività delle Fiamme Gialle s’inquadra in due degli obiettivi perseguiti dal Corpo: da un lato, arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese e dei professionisti che operano nella piena e completa osservanza della legge e le cui prospettive di sviluppo sul mercato sono seriamente compromesse da chi sfrutta i lavoratori irregolari; dall’altro, tutelare proprio la parte più debole in un rapporto di lavoro, i lavoratori.

Questi ultimi, infatti, lavorando in maniera irregolare, non vedono riconosciuta alcuna copertura previdenziale e assicurativa con gravissime conseguenze sia sulle legittime aspettative di maturazione dei requisiti pensionistici, sia sulle garanzie in tema di infortuni sul lavoro.

I militari, con la preziosa collaborazione dell’I.N.P.S. di Trento (per la determinazione dei “contributi omessi” e delle relative sanzioni), hanno contestato le violazioni previste in materia giuslavoristica, in particolare, con l’applicazione della cosiddetta “Maxi-sanzione per lavoro nero” che viene irrogata, “a scaglioni”, in relazione alla durata del rapporto irregolare di lavoro.

Complessivamente, sono stati contestati “contributi omessi” e “sanzioni” per oltre 65 mila euro (la relativa normativa prevede delle sostanziali riduzioni della sanzione in caso di pagamento entro i termini previsti).

Inoltre, dal punto di vista sociale, una volta esitata l’attività della Guardia di Finanza, i lavoratori impiegati “in nero” vedranno immediatamente riconosciuti tutti i diritti previdenziali e assicurativi.

L’operazione condotta dalle Fiamme Gialle costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio esercitato dal Corpo volto alla “tutela dei Cittadini”, alla “tutela della leale concorrenza” nel “libero mercato” e al “contrasto degli illeciti economici”.

 

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