Riva: l’ex sindaco Mosaner assolto per la denuncia di Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti per l’area ex Cattoi
I due imprenditori gli chiedevano un risarcimento milionario per aver «ostacolato» l’affare immobiliare: 2 anni dopo il giudice archivia per «manifesta infondatezza»
RIVA DEL GARDA. Fu una bomba senza precedenti, per giunta a pochi mesi dal voto per le comunali poi rinviate causa Covid. Una causa milionaria (con una richiesta di risarcimento danni per oltre 11 milioni di euro) intentata dalla società «VR101214 srl» di Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti contro l'allora sindaco e assessore all'urbanistica Adalberto Mosaner, reo di aver ostacolato a più riprese i piani di sviluppo dell'area ex Cattoi secondo i progetti messi in campo dalla proprietà che aveva acquisito il compendio all'asta fallimentare nel gennaio 2017.
Un macigno sulla testa dell'ex sindaco che esattamente due anni fa (era la sera del 20 gennaio 2020), in apertura del consiglio comunale che doveva discutere proprio della Variante 13 e del piano fascialago (ex Cattoi compresa) annunciò che gli era stato notificato l'atto di citazione e che per questo doveva abbandonare la discussione in aula.
Oggi, a distanza di 24 mesi, il tribunale di Rovereto, e nella fattispecie il giudice Riccardo Dies, ha capovolto l'assunto. Causa bocciata, richiesta danni respinta «per manifesta infondatezza». Ma non solo: la società di Hager e Signoretti dovrà pagare le spese legali sostenute dall'ex sindaco (oltre che quelle a favore del Comune e dell'Itas Assicurazioni) ma soprattutto dovrà riconoscere a Mosaner una somma di 30 mila euro quale risarcimento danni. Molto probabile, per non dire certo, che la proprietà faccia ricorso in Corte d'appello. Per il momento comunque i dati di fatto, almeno quelli giudiziari, sono due: il ricorso al Tar del 2019 e la causa in questione, entrambi conclusisi a favore di ex sindaco ed ex amministrazione comunale.
La sentenza è stata emessa il 13 gennaio scorso e notificata anche al Comune di Riva. In 29 pagine il giudice Riccardo Dies ricostruisce tutta la vicenda, andando indietro nel tempo fino all'epoca in cui il compendio a ridosso di viale Rovereto era proprietà della «Lacos» di Omar Lazzara. E conclude di fatto affermando che «non si evince alcuna condotta antigiuridica non solo del sindaco (Mosaner, ndr.) ma neppure del Comune nel suo complesso».
Nel suo atto d'accusa la proprietà contestava all'ex sindaco tutta una serie di irregolarità. Da «non aver svolto le attività prodromiche ed essenziali all'attuazione del piano fascialago e in particolare fatto predisporre un progetto di massima delle opere di urbanizzazione» al «non aver esercitato l'iniziativa del Comune per stimolare la formazione del comparto edificatorio», e ancora «a non aver sottoscritto una convenzione che consentisse le opere di urbanizzazione, prima con la Lacos e poi con la curatela fallimentare». E via dicendo.
Il giudice Dies smonta punto per punto ogni contestazione, compresa quella di aver «ostacolato la procedura d'asta inviando il parere della Provincia alla procedura fallimentare». «Era assai opportuno - scrive Dies - che la precisa disciplina urbanistica dell'area fosse evidenziata proprio al fine di salvaguardare la libertà negoziale dei partecipanti correttamente avvertiti che, visti i tempi, la concreta edificazione dell'area era altamente problematica».
«Una condotta - prosegue il tribunale - non solo non illecita ma assolutamente trasparente».Anche la decisione di far abbattere alcuni volumi all'interno dell'area, nel 2014, fu legittima. La società «VR101214» sosteneva che «l'atto sarebbe stato adottato nell'ambito di un perfido disegno volto a limitare l'indice edificatorio dell'area in vista della scadenza del piano»: «Argomentazioni - scrive Dies - destituite del benché minimo fondamento e totalmente destituite di prova specifica».
Il giudice prosegue affermando che in merito ai tempi di attuazione del piano «il danno lamentato non può essere legato da un nesso di casualità giuridica a comportamenti del Comune o del sindaco ma all'inerzia e ai ritardi del privato proprietario dell'area, prima la Lacos, poi la curatela fallimentare e quindi la società di Hager e Signoretti».
Tra l'altro, osserva Dies, quando la nuova proprietà presentò il piano di comparto (poi bocciato dal consiglio) «la società non era ancora proprietaria legittima ma solo aggiudicataria e non aveva versato l'importo integrale del prezzo (saldato il 21 marzo 2017, due giorni prima della scadenza del piano fascialago)».
A giudizio del tribunale non c'è stato nell'azione dell'ex sindaco «dolo intenzionale», «tanto è vero - osserva il giudice Dies - che la società si è ben guardata dal presentare una denuncia penale per abuso d'ufficio che l'avrebbe esposta al rischio di una denuncia per calunnia». Quanto alla volontà manifestata da Mosaner e dalla sua ex amministrazione di voler destimare l'area a verde pubblico, «questo - scrive Dies - non rientra in logiche clientelari ma nella legittima declinazione dell'interesse pubblico». Nessun atto discriminatorio quindi. Infatti, osserva ancora il giudice, quando in passato la proprietà si è mossa tempestivamente sia il sindaco che il Comune «non hanno evidenziato alcuna condotta ostruzionistica verso l'edificazione dell'area».