Castel Penede a Nago, tra degrado e valorizzazione: è scontro politico
La minoranza chiede alla giunta di relazionare sul "degrado"dell'area, il sindaco Morandi ribatte: «Fino al 2015 il luogo era abbandonato a se stesso: i ruderi del castello non considerati, indagini archeologiche annunciate ma mai effettuate. Ora abbiamo avviato un percorso di valorizzazione»
NAGO TORBOLE. Lasciano perplesse le dichiarazioni che il gruppo di minoranza «Progetto Comune» ha rilasciato circa il compendio di Castel Penede, criticando l'operato dell'amministrazione di Nago-Torbole.
Sebbene l'Adige abbia raccontato l'iter progettuale che concerne l'intera area - ad oggi i 500 mila euro finanziati hanno permesso di scoprire, mediante scavi archeologici, un sito retico-romano alle pendici dell'altura e materiali medievali in prossimità dei ruderi del maniero - l'opposizione ha accusato la giunta Morandi di scarsa informazione, di mancato controllo per l'ampio parco sottostante, e di un eccessivo prolungamento del cantiere.
La mozione, presentata nei giorni scorsi, titola: «Castel Penede. Una valorizzazione che oggi appare assai remota».
«A seguito di numerose segnalazioni, sottolineiamo lo stato di degrado e maleducazione che colpisce il parco storico di Castel Penede - si legge nel testo - nel 2015, prima che iniziassero i lavori, era un luogo incantevole, ben tenuto e rispettato. L'annuncio di fine lavori nel 2019 non è mai avvenuto, così la decadenza circostante non ha più freni.
I luoghi preziosi per la comunità sono attualmente preda di ragazzi con le moto, data la mancanza della sbarra che dovrebbe impedire il passaggio dei mezzi non autorizzati.
Addirittura, un pulmino da nove posti ha fatto ingresso nel prato per un concerto abusivo, per poco non ha investito dei pedoni lungo il sentiero.
Si possono notare i residui dei falò accesi dai "soliti ragazzi" con immondizie a corredo. Il Castello dovrebbe essere inaccessibile, invece risulta visitato da intraprendenti che trovano facili varchi nelle reti incustodite del cantiere.
Ad oggi, nonostante le centinaia di migliaia di euro spesi e i prossimi investimenti a bilancio, non si ha ancora contezza dell'effettivo piano di sviluppo.
Alle enunciazioni del sindaco sul futuro di Castel Penede che, avrebbe dovuto coinvolgere anche il Forte Alto, infruttuosamente chiuso, non ha avuto seguito un piano di programmazione.
Chiediamo una relazione in consiglio sulle azioni di messa in sicurezza dei luoghi, sui lavori, sulla valorizzazione e i costi previsti».
«La minoranza chiede di relazionare sul degrado - ribatte il sindaco Gianni Morandi - eppure, fino al 2015, il luogo in questione era abbandonato a se stesso: i ruderi del castello non considerati, indagini archeologiche annunciate ma mai effettuate, il grande prato usato per le festicciole.
Nel 2015 abbiamo avviato un percorso di valorizzazione partendo proprio dal parco con eventi di rilievo (Il concerto dei Nomadi, quello di Cristina D'Avena, ndr) e la partecipazione della comunità (la cena all'interno di Castel Penede, ndr).
Abbiamo finanziato, con oltre 200 mila euro, il recupero di stemmi e cimeli medievali sulla sommità del compendio. Probabilmente, chi non frequenta la cultura durante il suo quotidiano difficilmente ne tiene conto.
Dopodiché abbiamo stipulato una collaborazione sinergica con la Soprintendenza dei Beni Culturali e con l'Università di Trento, dando luogo a tre campagne di scavi. Penede ha visto decine di ragazzi in formazione.
Negli ultimi sei anni da sindaco, mi sono premurato di mettere in campo una riqualificazione sotto prospetti e aspetti territoriali e socio-culturali. Evidentemente i consiglieri non si sono resi conto delle giornate formative e informative per la cittadinanza.
Certo, tutto ciò comporta la cantierizzazione dell'area ma, come sanno bene, abbiamo messo a bilancio altri 150 mila euro per la messa in sicurezza e l'asporto del materiale nella zona superiore in estate, così da renderla visitabile in autunno.
L'operato nel sito di Penede è stato riportato da riviste di settore e dalla stampa locale. Chi ha meno interesse cerca la polemica. Non colgo provocazioni e disinformazione». E. P.