Al Garda Thermae di Linfano chiude la piscina: “50mila euro al mese, i costi sono insostenibili”
Lo sconforto della titolare: “Siamo privati, nessuno ripiana le perdite”. Per il momento restano aperte saune, centro estetico e palestra. Alcuni dipendenti della piscina sono stati spostati su queste attività. Gli altri per ora fanno ferie a rotazione
LINFANO. Sta diventano un problema farsi una doccia calda, per il caro bolletta di queste settimane, figurarsi cosa significa riscaldare 250mila litri d'acqua tenendoli pure quasi tutti all'aperto, anche di notte. Al «Garda Thermae» di Linfano hanno dovuto fare due calcoli vedendo lievitare il conto energetico di giorno in giorno. E alla fine si sono dovuti arrendere.
La piscina del centro termale - unica struttura di questo tipo in Busa - è stata chiusa per l'impossibilità di sostenere i costi del gas necessario a mantenere i 33°C in vasca che tanti altogardesani hanno imparato ad apprezzare negli ultimi 11 anni, da quando la struttura è stata aperta.
«Nel 2019 - spiega la titolare Benedetta Domenichelli - abbiamo pagato mediamente 9mila euro al mese di gas. Nel dicembre scorso il valore del gas al metro cubo è quadruplicato rispetto a settembre, arrivando a 1,25 euro al metro cubo. Ha significato una bolletta mensile di 28mila euro a dicembre. Ma mercoledì scorso la quotazione è schizzata a 2,38 euro al metro cubo, quasi il doppio di dicembre: significherebbe una bolletta da 50mila euro al mese per riscaldare la piscina. Impossibile».
La quotazione del gas stava dando segni incoraggianti a febbraio. Poi è scoppiata la guerra e tutto è cambiato in poche ore. «Nella piscina ci sono 250 metri cubi di acqua - spiega Domenichelli - che va mantenuta calda di giorno come di notte, anche quando la temperatura esterna si avvicina allo zero e alcune volte va sottozero. Non avrebbe senso staccare la caldaia di notte per riscaldare la vasca al mattino, non funziona. Ci vogliono tre giorni per riportare l'acqua in temperatura».
Per i titolari di «Garda Thermae» occorre attendere tempi migliori: «Veniamo da due anni disastrosi - ricorda la titolare - abbiamo dovuto contingentare gli ingressi fino a poco tempo fa, con il green pass rafforzato e molte altre complicazioni. Inevitabile perdere gran parte della clientela. Ora c'è il caro energia. Anche un cliente che si ritrova il doppio in bolletta a casa dovrà risparmiare su qualcosa, piscina e saune non sono per tutti indispensabili».
Per il momento a Linfano restano aperte saune, centro estetico e palestra. Alcuni dipendenti della piscina sono stati spostati su queste attività. Gli altri per ora fanno ferie a rotazione.
«Per riaprire la vasca aspettiamo che faccia caldo, sperando che il prezzo cali e che sia meno costoso riscaldare la piscina - conclude Domenichelli - se ne riparla a giugno o prima se la situazione si normalizza. Sappiamo di altre piscine che stanno chiudendo in giro per l'Italia, anche pubbliche. Noi siamo privati e nessuno ripiana le perdite, non avevamo altra scelta. Abbiamo aperto nel 2011. Inimmaginabile il periodo vissuto in questi due anni e mezzo tra la pandemia e ora la guerra».