Il matrimonio vip a Riva? «Tutto in regola, c'era l'autorizzazione. L’ho firmata io» spiega la sindaca
Polemiche furibonde per le nozze d’oro dell’ad di A22, Cattoni: lungolago vietato ai cittadini: «Il canone è stato di 1.850 euro», «tanto odio nei miei confronti, mi hanno anche minacciata sui social» spiega Santi. Che si sente a posto con le carte bollate
RIVA DEL GARDA. Non c'è molta voglia di parlare dalle parti di Palazzo Pretorio dopo le proteste (soprattutto social) di tantissimi rivani per la chiusura di sabato dei Giardini all'italiana per consentire il matrimonio dell'amministratore delegato dell'A22 Diego Cattoni.
La sindaca Cristina Santi si affida alle carte «perché non c'è nulla da nascondere» e mostra l'autorizzazione firmata da lei stessa nei giorni scorsi in cui concede alla società «Cinquevie srl», che ha organizzato il matrimonio, l'utilizzo dei 3.175 metri quadrati che formano i Giardini all'italiana a fronte di un canone giornaliero (dalle 6 di mattina di sabato alla stessa ora di domenica) di 1.827 euro, ai quali più o meno ne vanno aggiunti altrettanti per il parcheggio di via Filzi nord e parte dell'area ex Cattoi (ma questa è una partita gestita direttamente da Apm).
In una nota diffusa successivamente da Palazzo Pretorio si sottolinea che «l'ordinanza di chiusura dei giardini è stata regolarmente emessa, e soprattutto che essa prevedeva esplicitamente un passaggio pedonale alternativo nelle vicinanze e adeguatamente segnalato».
«La mancata segnalazione dell'ordinanza di chiusura sul cartello che avvertiva dell'evento privato - aggiunge la sindaca Santi - non era necessaria perché non si trattava di un provvedimento inerente la viabilità».
La nota di Palazzo Pretorio aggiunge anche che «sui social è comparsa la segnalazione di fuochi d'artificio non autorizzati a notte inoltrata, che alcuni hanno messo in relazione al matrimonio in oggetto; dagli accertamenti condotti - prosegue la nota - risulta che questi in realtà non abbiano nulla che fare con la festa di matrimonio ma siano opera di un gruppo di giovani».
«Il provvedimento è stato trasmesso a tutti gli enti e le forze dell'ordine interessate - precisa ancora Santi - Polizia Locale compresa ma anche carabinieri e Polizia di Stato».
Al di là di questo la prima cittadina non vuole andare: «Mi sembra che gli animi siano troppo accesi - si limita a dire - Io ho ricevuto anche minacce e sui social si è vomitato odio, cosa che non deve mai accadere, da qualunque parte si stia. La polemica ci può stare, non la cattiveria o la minaccia di sollevazioni popolari. Forse è il caso che ci fermiamo tutti e ci diamo una regolata».
Chi di sicuro non intende far passare la cosa sotto silenzio è il Partito Democratico di Riva. L'ex assessore e oggi consigliere comunale Alessio Zanoni sabato era ai Giardini all'italiana per documentare quanto stava accadendo e chiedere le autorizzazioni a chi di dovere: «Nessuno lo ha e nessuno me lo può mostrare - racconta poi Zanoni sulla sua pagina Facebook - Mi trattano con sufficienza, per non dire di peggio. È stata scritta una nuova brutta pagina per questa città, perché Riva ormai non è più di tutti, non è più per tutti, ma sempre di più per chi se lo può permettere. Io ve lo posso testimoniare, per aver gestito la delega al patrimonio per dieci anni, che mai abbiamo autorizzato una festa privata che ledesse i diritti dei cittadini. Oggi non solo la spiaggia, ma pure la pubblica via è stata tolta alla città per darla in esclusiva nelle mani del privato di turno. Fra "pinocchi e mangia fuoco" - conclude Zanoni - ormai a Riva del Garda chi governa ha davvero mostrato tutti quei limiti che allora si erano solo potuti intravvedere».
Il consigliere dem ha presentato un'interpellanza sulla vicenda e ha prennunciato un possibile esposto alla Procura della Repubblica.