Altro che siccità: l'Albola era sparito per i prelievi clandestini, ma ora arrivano le denunce, a cominciare dal Consorzio Fondiario
Fra l’8 ed il 10 luglio il torrente andò in secca totale, causando anche la morte della fauna ittica: al Consorzio avevano manomesso le paratie che controllano il deflusso minimo, e decine di privati attingevano per orti e piscine
RIVA. La siccità estiva ha avuto effetti evidenti sui corsi d'acqua minori del Basso Sarca, ma da sola non sarebbe bastata per prosciugare completamente l'Albola, come invece accaduto per tre pomeriggi di fila tra l'8 e il 10 luglio. Un fenomeno allarmante, mai visto prima, ma anche decisamente strano considerando che l'acqua (anche se poca) tornava al mattino per scomparire dopo pranzo.
Le immediate segnalazioni giunte alla Forestale di Riva - tra le prime quelle dell'ex sindaco Paolo Matteotti e della nostra redazione - hanno portato a una serie di accertamenti dai quali è emersa una gestione quantomeno impropria dell'acqua del torrente.
Gli uomini della Forestale sono andati prima di tutto all'opera di presa del Consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado che si trova poco sopra le due gallerie per Ledro e lo hanno fatto a ragion veduta. Lì, infatti, hanno constatato che nelle paratie che dovrebbero garantire il "Deflusso minimo vitale" (Dmv) la regolazione sarebbe stata alterata, permettendo di attingere dal torrente più acqua e quindi di non lasciarne defluire a sufficienza per evitare di prosciugare del tutto il corso d'acqua.
Ma la Forestale non si è limitata alle opere di presa. Gli uomini della stazione rivana hanno poi ridisceso tutto il letto dell'Albola trovando un buon numero di pompe abusive collocate da privati nel letto del fiume per alimentare orti e piscine senza alcuna autorizzazione. Infine sono state verificate le concessioni in essere (quindi già autorizzate).
Sul posto è intervenuto anche il Servizio provinciale gestione risorse idriche (Sgrai), che ha confermato le anomalie elevando una sanzione amministrativa a tutti i privati che hanno pescato acqua senza permessi.
Infine è intervenuta l'Appa (Azienda provinciale protezione ambiente) per valutare il danno ambientale a fauna e microfauna ittica nel torrente. Molti pesci si sono salvati ridiscendendo verso il lago quando il livello si è abbassato troppo, altri sono rimasti imprigionati nelle pozze e hanno fatto una brutta fine.
Le relazioni di Forestale, Appa e Sgrai sono ora in Procura a Rovereto: se per i privati non si andrà oltre la sanzione amministrativa, per il Consorzio c'è un fascicolo aperto in Procura.