Quattro amici trentini a spalare fango in Romagna: due giorni da volontari tra tanta disperazione
Nicolò Rigatti, Michele Ghirotti, Michele Parolin e Marino Rizzieri hanno deciso su due piedi di dedicare il loro fine settimana agli alluvionati: “Dato tanto, ma ricevuto di più”
LE FOTO I soccorritori trentini in azione
RIVA DEL GARDA. Avevano solo due giorni liberi, sabato e domenica. Li hanno trascorsi nel fango della Romagna. Quattro ragazzi di Arco e Riva hanno dedicato il loro fine settimana di non lavoro al "lavoro" (detta alla romagnola) più bello che c'è: aiutare chi ne ha bisogno. L'idea si è concretizzata in poche ore come giusto che sia tra gente che non ha tempo da perdere. Un giro di messaggi, un paio di telefonate, la chat di gruppo. Chi porta cosa (pale, sacchi, il cambio di vestiti, gli stivali) dove trovarsi, come andare. E via, sabato mattina alle 7 Nicolò Rigatti, Michele Ghirotti, Michele Parolin e Marino Rizzieri, erano già per strada direzione Borgo di Ronta, all'estrema periferia di Cesena, una delle zona più colpite dall'alluvione tra le campagne e la vicina autostrada A14.
«Ci conosciamo tutti da una vita - racconta Nicolò Rigatti - eravamo insieme alle scuole superiori, siamo spesso in giro in bici o ad arrampicare. L'idea l'ha lanciata Ghirotti, che ha dei contatti in quella zona. Così siamo andati a colpo sicuro: alle 10.30 di sabato eravamo già sul posto e abbiamo iniziato a darci daffare. Ci siamo messi subito a sgomberare stanze da tutto quello che si poteva salvare: armadi, elettrodomestici, abbigliamento. Ci siamo messi a disposizione di chi aveva bisogno e di gente disperata ne abbiamo vista tanta. Abbiamo cercato anche di agevolare l'organizzazione sul posto, perché c'era molta gente pronta a rimboccarsi le maniche ma ognuno faceva per conto suo. Così abbiamo messo insieme una "catena umana" per svuotare un garage dall'acqua: un secchio dopo l'altro, in doppia fila, finché non è arrivata un'idrovora a finire il lavoro».
I quattro altogardesani hanno dormito in una delle abitazioni che hanno aiutato a sgomberare dal fango, ospiti dei padroni di casa. Poi domenica si sono spostati in centro città a Cesena: «Con altri volontari abbiamo partecipato a una riunione serale per capire dove ci fosse più bisogno di noi l'indomani, e siamo stati dirottati in centro ad aiutare la Protezione civile. Alle 8 eravamo sul posto, non c'era ancora nessuno, ci è venuto incontro un residente che aveva bisogno di noi e non ci abbiamo pensato due volte. Poi anche qui sono arrivate le pompe e ci siamo messi a svuotare cantine dal fango. Siamo andati avanti fino al tardo pomeriggio, cercando di indirizzare le richieste di chi chiedeva aiuto verso le risorse disponibili sul campo. Poi siamo dovuti rientrare in Trentino, il lunedì dovevamo essere tutti al lavoro».
Dei quattro solo Ghirotti ha "precedenti" in operazioni di protezione civile (ad Ascoli e L'Aquila), per gli altri è stata una prima volta che non dimenticheranno mai. «Due giorni incredibili, non ci siamo mai fermati, a parte per mangiare, abbiamo trovato un'accoglienza particolare - prosegue Nicolò - è gente con il cuore d'oro, hanno perso tutto ma tirano fuori una forza che è proprio quella dei romagnoli. Continuavano a ringraziarci, ma la verità è che abbiamo ricevuto più di quanto abbiamo potuto dare. Ci siamo ritrovati spalla a spalla con un gruppo di ragazzi di Lucca, molto giovani: mai visti prima eppure sembrava di conoscersi da sempre mentre si lavorava nel fango. Incrociamo le dita - conclude Rigatti - ma ricordiamoci che coi tempi che viviamo un domani potremmo essere noi ad avere bisogno».Serve un'idea per il prossimo weekend? Loro ce l'hanno: tornare subito in Romagna, stavolta a Faenza o Ravenna.