La richiesta: basta con i biker sul lungolago di Riva, creano pericoli tra pedoni e tavolini
Gli operatori economici del frequentato e celebrato tratto Marinai d’Italia hanno firmato in massa: una petizione per chiedere al Comune il divieto di transito alle biciclette dalla piazza del porto ai giardini del Brolio
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RIVA DEL GARDA. Gli operatori economici del lungolago Marinai d’Italia hanno firmato in massa. E con loro anche baristi e camerieri che in quel bellissimo tratto di città lavorano ogni giorno per quasi tutto l’anno. Chiedono, con una petizione popolare, che la giunta comunale introduca il divieto di transito alle biciclette dalla piazza del porto ai giardini del Brolio.
Sono circa duecento metri di lungolago, ma certamente uno dei tratti più frequentati dai turisti e dove la convivenza tra chi passa e chi è seduto a consumare un pranzo, un caffé o una birra, è più evidente. Due file di tavolini, plateatici all’aperto, ombrelloni e pochi metri di larghezza tra l’ultima sedia e il lago.
Con, appunto, il continuo transito di biciclette dovuto anche al fatto che chi sale o scende dalla Ponale molto volentieri passa di lì per tornare in albergo o in campeggio.
«La parte più originale e inimitabile della nostra città è la zona vecchia tra il porto e la fermata dei battelli. In certi periodi dell’anno - si legge nella petizione - vi è una grandissima affluenza di visitatori. Da qualche anno, poi, è stata creata una “politica ciclistica” culminata con la creazione di una via ciclabile circumlacuale già meta di centinaia di migliaia di ciclisti di ogni età. Riva concede a questi signori tutto, anche di essere invasa, senza pretendere alcun rispetto di qualsiasi norma comportamentale. Tutti i ciclisti che provengono da Limone non percorrono la circonvallazione, come sarebbe stato desiderio dei nostri politici, ma entrano in città da piazza Catena, taluni percorrono via Fiume contromano, altri (il 95%) percorrono Lungolago Marinai d’Italia anche se già pieno di pedoni.
Tra visitatori e clienti degli esercizi di ristoro, è possibile stimare in qualche migliaio di persone la frequenza giornaliera. Ciò nonostante le bici, non avendo alcun impedimento, procedono incuneandosi tra le persone senza alcuna remora. Parecchi gli incidenti causati da bici che hanno investito pedoni o bambini sfuggiti al controllo dei genitori». Gli operatori chiedono quindi il divieto di transito alle bici o in alternativa il passaggio con le bici a mano, purché sia ben visibili e qualcuno poi ne controlli l’effettivo rispetto.