Viabilità rivana, adesso è la Pasina che scoppia. La sindaca: «Tornare indietro? Sì può fare»
Cristina Santi, prima cittadina di Riva sulla questione Varone: «Con lo scenario 9 i flussi di traffico sono stati solo spostati. C’è un impatto sociale significato sulla Pasina». In una lettera inviata alla Provincia, il Comune chiede di intervenire al più presto: «Il senso unico era sperimentale»
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RIVA DEL GARDA. «A gennaio la Provincia ha preso in mano la viabilità di via Venezia, questa situazione (lo scenario 9 con deroghe) non raggiunge gli obiettivi che ci eravamo prefissati, di conseguenza attendiamo una decisione della stessa Provincia che ovviamente dev'essere meno critica di quella attuale. Tornare al doppio senso di marcia di un anno fa? Non abbiamo pregiudizi, in fondo il senso unico era sperimentale».
A dirlo è la sindaca di Riva Cristina Santi che apre, almeno da parte di Palazzo Pretorio, alla prospettiva di ripristinare la situazione viabilistica di Varone ante 27 giugno 2022, data dell'entrata in vigore del senso unico su via Venezia che ha innescato proteste, raccolte di firme, mozioni su mozioni e chi più ne ha più ne metta. Un cocktail micidiale sotto tutti i punti di vista, anche politico visto che un'amministrazione a forte trazione leghista scarica su un'altra amministrazione dello stesso colore politico responsabilità della situazione attuale e onere della decisione finale.
Sta di fatto che il cosiddetto «scenario 9» entrato in vigore a marzo sta facendo nascere problemi su problemi. E ad ammetterlo è la stessa sindaca Cristina Santi: «Di fatto l'intero traffico precedentemente presente su via Venezia e via Cartiere si è di fatto spostato lungo via Pasina, creando una situazione di invivibilità causata dal notevole aumento dei passaggi veicolari» ha messo nero su bianco la prima cittadina in una comunicazione ufficiale inviata agli uffici provinciali e ai colleghi di Arco e Tenno.
«Si è verificato purtroppo - aggiunge poi a voce la sindaca - un significativo impatto anche sociale sull'abitato della Pasina». Persone che non dormono più la notte, altri che annunciano di voler mettere in vendita la casa di proprietà per trasferirsi altrove. Insomma, adesso è la Pasina che scoppia, fermo restando che non è che a Varone la situazione sia migliorata di molto. E questo anche perché, fanno osservare dall'amministrazione comunale, all'impianto originario del cosiddetto «scenario 9» gli uffici provinciali hanno inserito una decina di deroghe (per camion, trattori, etc.) che «di fatto lo hanno reso di difficile gestione».
Ma soprattutto lo spostamento (stra-annunciato) dei flussi di traffico su tutta la zona della Pasina, ha creato e continua a creare problematiche che starebbero facendo valutare seriamente agli stessi uffici provinciali la possibilità di tornare alla viabilità di un tempo, precedente ai cambiamenti di un anno fa. Ovvero, doppio senso di marcia su via Venezia senza le limitazioni di oggi.
Nella lettera ufficiale inviata a Trento la sindaca Cristina Santi (che da marzo detiene le deleghe anche alla viabilità dopo la "rinuncia" dell'assessore Grazioli proprio in virtù della scelta fatta dagli uffici provinciali) sottolinea che «l'originario obiettivo dell'amministrazione comunale era quello di intervenire nel breve periodo lungo la viabilità di Varone al fine di ridurre i flussi veicolari in attraversamento, ridurre la velocità dei veicoli in transito ma soprattutto mettere in sicurezza le utenze pedonali e ciclabili ricavando dalla carreggiata lo spazio adeguato alla formazione di specifici percorsi. Ma alla luce di quanto sopra descritto, si chiede cortesemente di rivalutare la vostra scelta inerente lo scenario numero 9, ritenendo che lo stesso non sia quello più performante in relazione agli obiettivi che ci eravamo posti».