Il lago di Garda è a quota +100: ha ritrovato tutta la sua acqua
Dopo le preoccupazioni date da un anno di siccità, con le abbondanti piogge della primavera e i risparmi invernali il livello del bacino è tornato a livelli normali
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LAGO DI GARDA. Ecco fatto: il lago di Garda è ai suoi livelli, quelli soliti. Venerdì 28 luglio era a +100 centimetri dallo zero idrometrico; in linea con la media degli scorsi anni. E sembra farsi le beffe di tutti gli apprensivi del clima e dei raccontatori di frottole sui media italiani e stranieri, non ultima l'equivoca barca sospesa a Manerba, opera artistica e pubblicitaria della multinazionale tedesca E.On. per la quale la Provincia di Trento chiese la rimozione per danno d'immagine.
«Siamo oltre le più rosee previsioni - ha commentato Pierlucio Ceresa, il segretario della Comunità di Garda, ente che raccoglie le istituzioni pubbliche, Comuni, Regioni e Province delle 3 sponde benacensi, trentina, veronese e bresciana - uno scenario impensabile due mesi fa. Il lago è a +100 cm sopra lo zero idrometrico di Peschiera (lo zero idrometrico è il livello al quale l'acqua del lago inizia a defluire nel fiume Mincio) ed entra più acqua nel bacino di quanta ne esca; nel Mincio abbiamo uno scarico di 60 metri cubi al secondo mentre dal fiume Sarca entrano 90 metri cubi. Ciò ci permette un corretto uso turistico del lago ma anche un agevole agosto e settembre per l'utilizzo agricolo dell'acqua nelle campagne padane».
Per capire quanto il livello del lago sia in linea con il passato, ecco il confronto, al mese di luglio, con gli ultimi 20 anni: 2022 +36; 2021 +116; 2020 +109; 2019 +102; 2018 +98; 2017 +54; 2016 +105; 2015 +69; 2014 +124; 2013 +108; 2012 +102; 2011 +110; 2010 +118; 2009 +113; 2008 +124; 2007 +22; 2006 +40; 2005 +24; 2004 +107; 2003 +35.
Come si può notare la media varia tra i 100 e i 120 anche se ci sono diversi anni in cui è stata molto bassa, tra i 40 e i 20. Il problema è non solo di mantenere una buona quantità di acqua in inverno e primavera, sufficiente per irrigare le campagne mantovane in estate e in settembre, ma non eccedere nemmeno nell'accumulo, perché se ci fossero autunni piovosi il rischio è lo straripamento.
«L'ottimo risultato raggiunto dopo un anno e mezzo di siccità - ha spiegato ancora Ceresa - è dovuto innanzitutto al ritorno delle piogge su tutto il bacino, da quello del Sarca a quello del Garda, a quello dei laghi di Mantova, a quello del Mincio. In secondo luogo, per la prima volta, grazie alla concertazione con il Consorzio del Mincio che serve l'acqua agli agricoltori, si è riusciti, in un periodo di grave siccità, a risparmiare molta acqua».
Per il futuro Ceresa ritiene che si debbano mettere in atto interventi strutturali: «Bacini di accumulo; irrigazione a goccia delle campagne e colture meno bisognose di acqua».