Frana sulla Gardesana, il sindaco di Tremosine: «Con la Ciclovia un rischio pazzesco»
L’imponente frana del 16 dicembre rimette in discussione il progetto della Provincia: realizzare tratti della Ciclovia all’esterno anziché in galleria o via battello. Battista Girardi: «Più sicuro un servizio spola della Navigarda»
IL FATTO Una grossa frana si è staccata dalla montagna a Tremosine
IL VIDEO L'area della frana sul lago di Garda vista dall'alto
IL PROGETTO Ciclovia, aggiudicati i lavori per il tratto al confine lombardo
TREMOSINE. Se ci fosse stata la Ciclovia del Garda a sbalzo come la Provincia di Trento la vorrebbe costruire in alcuni tratti, sarebbe stata spazzata via dall'enorme frana che sabato si è staccata all'altezza della Strada della forra, dalla parete rocciosa verticale sovrastante, alta centinaia di metri. Ne è convinto il sindaco di Tremosine, Battista Girardi.
Nel secolo scorso le Gardesane (orientale e occidentale), costruite negli anni Venti del Novecento, sono state investite da innumerevoli frane tanto che per renderle più sicure ed evitare morti, tragedie e continui blocchi del traffico per lo sbriciolamento della carreggiate, furono costruite nella seconda metà del secolo le lunghissime gallerie naturali e artificiali tra Riva e Gargnano per il versante occidentale e tra Torbole sul Garda e Malcesine su quello orientale.
La Provincia di Trento (capofila dell'intera opera dei 166 km della ciclabile), per alcuni tratti della costa vuole esporre la costruenda Ciclovia del Garda sull'esterno delle pareti rocciose con una passerella a sbalzo dotata di tetto rinforzato, un catafalco sporgente di quasi sei metri. Oppure utilizzare la Gardesana vecchia dismessa. È assolutamente contrario il sindaco di Tremosine, Battista Girardi, in primo luogo per lo sfregio irrimediabile al paesaggio ma anche per una questione di rischio inaccettabile, mortale, messo ancora una volta in luce dalla grande frana di sabato.
Girardi propone un servizio Navigarda per aggirare le parti più belle e più verticali, che «sarebbe molto apprezzato da tutti i ciclo turisti».
Girardi, è stata investita la vecchia Gardesana.
«Sì, era il pezzo di Gardesana dismessa, che è stata colpita dalla frana e probabilmente è stata distrutta, devo ancora capire con esattezza il danno».
Tra le ipotesi di realizzazione della Ciclovia del Garda c'è proprio quella di riutilizzare le parti della vecchia Gardesana dismessa, non più usate tra l'altro proprio perché troppo pericolose, tanto che si costruirono lunghi tunnel per mettere in sicurezza il traffico.
«La frana di sabato è la riprova assoluta di quello che da due anni sto dicendo e cercando di fare capire, per quanto mi compete ovviamente, alla Regione Lombardia ma anche alla Provincia di Trento. Lombardia e Trentino dovrebbero fare delle considerazione su questi eventi che sono ormai sistematici su questa falesia».
E riguarda tutta la costa dell'Alto Garda?
«Sì certo, da Gargnano a Riva del Garda, tranne qualche breve tratto, siamo in queste condizioni di rischio assoluto. Lei pensi se lì fosse passata la Ciclovia lì; perché in teoria dovrebbe passare proprio lì».
Che alternativa ci può essere alle mensole coperte che propone la Provincia di Trento?
«Sono due anni che mi sto battendo perché si utilizzi un servizio alternativo alla ciclabile tramite battelli: sarebbe sicuro, spettacolare e costerebbe immensamente meno».
I cicloturisti amerebbero un tratto in battello?
«La costa che abbiamo è così bella: sarebbe un peccato distruggerla. Prendere il battello sarebbe apprezzato da tutti; probabilmente chi decide non ha mai preso un mezzo della Navigarda e non ha mai fatto il giro del lago; non ha mai visto le bellezze che abbiamo su questa costa. Comunque, a parte il discorso paesaggistico che è assolutamente da preservare, c'è il problema del rischio geologico che è pazzesco».
E la frana di sabato…
«La frana di sabato è un'ulteriore riprova. Pensare di fare la Ciclovia sull'esterno della montagna, sotto falesie di 300 metri di altezza, che scaricano questi volumi è... non voglio dire una parolaccia. Ed è un'assurdità spendere una marea di milioni per poi essere comunque impossibilitati a gestire la sicurezza. I paramassi con una frana di questo tipo verrebbero spazzati via».