Ciclovia del Garda, sempre più forte il “partito” del no: anche i bresciani sempre meno convinti
Dopo la bocciatura della carreggiata a sbalzo da parte dei due noti albergatori rivani, Enio Meneghelli ed Enzo Bassetti, anche gli operatori turistici bresciani esprimono la loro disapprovazione per il modello «a balcone» ideato dalla Provincia di Trento per alcuni tratti da costruire sotto falesie da vertigine
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LAGO DI GARDA. «Ciclovia del Garda: una progettazione affrettata che ha ignorato diversi problemi per ridurre le tempistiche. Le recenti frane di Tremosine e Limone hanno evidenziato le criticità di questo progetto». Dopo la bocciatura della carreggiata a sbalzo da parte dei due noti albergatori rivani, Enio Meneghelli ed Enzo Bassetti, anche gli operatori turistici bresciani esprimono la loro disapprovazione per il modello «a balcone» ideato dalla Provincia di Trento per alcuni tratti da costruire sotto falesie da vertigine; peraltro in zona urbanisticamente e geologicamente a massimo rischio e per la quale vigerebbe il divieto di costruire qualsiasi nuova struttura.
Il Consorzio alberghi riviera del Garda, l'associazione Gardone Europa e la Toscolano Maderno Promotion hanno scritto alla regione Lombardia la richiesta di audizione in Commissione mobilità «per condividere la forte preoccupazione sugli effetti dell'attuale progetto che tutti gli operatori del territorio stanno sollevando», ha rivelato nei giorni scorsi il giornale Bresciaoggi.
«Consideriamo l'opera una grande opportunità ma anche un grande rischio in termini di sicurezza. Le recenti frane di Tremosine e di Limone hanno evidenziato le criticità di questo progetto, date le condizioni geomorfologiche dell'Alto Garda. Quali saranno le ripercussioni quando le criticità ignorate emergeranno?».
Le osservazioni riguardano inoltre il peggioramento della viabilità e della sicurezza soprattutto tra Salò e Gargnano dove è prevista una pista «promiscua» su strade ad altissima percorrenza, con tratti di ciclovia lungo la Gardesana 45 bis: «Tratti "ibridi" nei quali si costringeranno le auto a dover sorpassare le bici o a dare loro precedenza alle bici, contribuendo al peggioramento della attuale viabilità, già al collasso».