Riva del Garda / Il caso

Punta Lido, posizionate le reti per chiudere l'area con divieto di balneazione

Questa mattina, 14 luglio, posizionate griglie da cantiere che si aggiungono ai nuovi cartelli per delimitare lò'area interdetta, nella quale in un mese sono annegate tre persone

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RIVA DEL GARDA. A causa della scarsa osservanza del divieto di balneazione nell'area di Punta Lido a Riva del Garda, soprattutto dopo l'annegamento di Sing Tarandeep, 27 anni, morto due giorni fa, il Comune di Riva del Garda, in Trentino, ha posizionato delle barriere fisiche.

Una scelta forte - la definisce l'amministrazione - che si giustifica con la pericolosità, purtroppo confermata dai fatti, della balneazione in quel tratto della spiaggia, e che si aggiunge alla recente implementazione di una nuova cartellonistica di maggiore impatto visivo.

Nella stessa zona, a luglio, sono morti Hanna Shabratska ed il figlio Alex Oleksiy.

"Sappiamo che la competenza sarebbe dei Bacini montani - spiega l'assessore Luca Grazioli - e ci rendiamo anche conto che si tratta di una soluzione forte, ma abbiamo verificato come il divieto di balneazione sia sistematicamente ignorato, e come amministrazione non possiamo tollerare una situazione di tale rischio.

Abbiamo deciso di intervenire in modo efficace, e questa è risultata l'unica soluzione fattibile, condivisa da Spiagge sicure. In via provvisoria abbiamo installato delle reti da cantiere, valuteremo poi, oltre alla loro efficacia, se sostituirle o se mantenerle solo nel periodo estivo. Abbiamo installato anche altri cartelli, uno anche sulla spiaggetta, perché, davvero, fare il bagno in quella zona è troppo pericoloso e, semplicemente, non lo si deve fare", conclude l'assessore.

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