Riva del Garda / Politica

Cristina Santi indagata e candidata? Nella Lega i primi dubbi: meglio guardarsi intorno

Salvatore Mamone: «Dopo quello che è successo con l’inchiesta, neanche una riunione della sezione». Ma il segretario provinciale Binelli difende la prima cittadina uscente come guida della coalizione di centrodestra per le prossime comunali

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di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. La premessa la ribadisce più volte lui stesso: «È una mia opinione personale, da cittadino e da tesserato Lega». E fin qui tutto bene, ci mancherebbe. Ma si tratta pur sempre di una carica istituzionale non di poco conto perché stiamo parlando del presidente del consiglio comunale, terzo dei quattro consiglieri eletti dal Carroccio quattro anni e mezzo or sono.

Che risponde al nome di Salvatore Mamone e che tanto per cominciare l'anno nuovo "in scioltezza" la butta lì su uno dei temi più caldi del momento e che tale resterà anche nelle prossime settimane: l'opportunità o meno di lasciare alla sindaca uscente Cristina Santi la guida della coalizione di centrodestra per le prossime comunali di maggio (salvo ricorsi ed esiti annessi).

Alla vigilia di Natale, alla stregua dell'assessore del Carroccio Luca Grazioli, Mamone non ha volutamente partecipato alla serata di auguri del partito alla quale ha preso parte invece il segretario provinciale Diego Binelli che continua a difendere la legittimità della candidatura a sindaco di Santi.

Il presidente del consiglio è uomo di legge, quarant'anni con una divisa addosso non si cancellano con un colpo di spugna e l'inchiesta giudiziaria «Romeo» su affari e politica un segno profondo lo hanno già lasciato. «Io non discuto la persona Cristina Santi, discuto semmai la situazione che si è venuta a creare e l'opportunità di rimanere sul suo nome» sottolinea Salvatore Mamone. Anche perché c'è una questione di tempi. Entro gennaio la Procura della Repubblica dovrebbe chiudere le indagini; dalla notifica a tutti gli indagati (compresa la sindaca di Riva e l'assessore Mauro Malfer) gli stessi avranno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati dagli inquirenti. «E siamo già a fine gennaio» osserva ancora Mamone.

Dopodiché la stessa Procura avrà bisogno del suo tempo per formulare la richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione. Il rischio di arrivare a febbraio inoltrato è concreto. E se si va a votare il 4 maggio, le candidature vanno presentate entro e non oltre il 18 marzo. Una corsa contro il tempo quindi, che non aiuta di certo. Ecco perché - osserva Mamone - sarebbe necessaria un'attenta riflessione a cominciare dalla stessa Lega:

«Dopo quanto accaduto a dicembre - precisa il presidente del consiglio comunale - non c'è stata alcuna riunione politica della sezione locale (di cui peraltro la stessa sindaca è segretaria, ndr.) e nemmeno coi vertici provinciali. Mentre a mio avviso, e ripeto che si tratta di un mio parere personale in quanto tesserato Lega, forse sarebbe meglio guardarsi intorno e pensare a qualcosa di alternativo».

Togliendo peraltro dal tavolo delle trattative una pregiudiziale non da poco per l'alleato (oggi non più in maggioranza) Fratelli d'Italia.

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