Giustizia / Covid

Uscì durante il lockdown, multa cancellata: «Doveva trovare una gabbia per il cane»

La signora era fuori di notte, per raggiungere una sua cantina a 500 metri da casa: 533 euro di sanzione, ma il giudice di pace annulla (quattro anni dopo)

di Paolo Liserre

TIVA DEL GARDA. La gabbia rotta, il cane libero che causa l'agitazione di alcuni altri suoi simili, il rischio che tutto quel frastuono nel cuore della notte possa disturbare il sonno delle altre persone che vivono nello stesso condominio e la necessità impellente di recuperare un'altra gabbia per riportare un minimo di pace in casa. Sono questi gli ingredienti di una storia decisamente singolare, come così come singolare è l'esito finale, approdata davanti al giudice di pace di Riva del Garda a distanza di quattro anni dall'accaduto, tempi peraltro poco piacevoli da ricordare.

Si era ai tempi del Covid, seconda ondata, inverno 2021. Il 10 gennaio, poco dopo le due di notte, le forze dell'ordine fermano un'auto con a bordo una signora di mezza età. In quei giorni e in quei mesi sono in vigore le regole dettate dal Dpcm del governo Cont, per il contenimento della pandemia. Con obbligo di rimanere in casa dalle 22 alle cinque del mattino «in assenza di giustificato motivo».

La pattuglia ferma la signora che giustifica la sua uscita col fatto che la gabbia di uno dei suoi cani si era rotta, il cane gironzolava in casa indisturbato e questo stava agitando enormemente gli altri cani che si trovavano nello stesso appartamento. Col rischio appunto che l'abbaiare degli animali potesse disturbare chi dormiva placidamente.

Così la signora aveva deciso di recarsi in una cantina di sua proprietà distante 5-600 metri dalla sua abitazione per recuperare un'altra gabbia ma in quel breve tragitto è stata intercettata e fermata dalle forze dell'ordine, per nulla convinte della «necessità/urgenza» di questa sortita.

Ed ecco allora scattare la sanzione amministrativa prevista dalle legge, una multa di 533,33 euro contro la quale la signora ha presentato ricorso al giudice di pace.

Quasi quattro anni dopo la vicenda è approdata negli uffici di via Bastione è il giudice, l'avvocato Marcello Mancini, ha deciso di accogliere il ricorso della donna e annullare l'ordinanza. «Il giudicante - si legge nella sentenza - ritiene che pur apparendo discutibile il comportamento dell'opponente (la signora multata, ndr.) non può escludersi che la signora U. sia stata realmente convinta che quel suo comportamento potesse essere giustificabile. L'accoglimento del ricorso avviene sulla base di elementi di incertezza che - conclude il giudice di pace - l'istruttoria non ha fugato. Ineccepibile comunque l'operato delle forze dell'ordine che di quanto emerso nel corso del giudizio delle condizioni oggettive della ricorrente non potevano essere a conoscenza».


 

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