Lombardia e Trentino non pagano, Maria abbandonata in Rsa: le risposte di Tonina, «Serve una Conferenza Stato-Regioni»
La situazione per una delibera di Tonina nel 2023, ma l’assessore: «Che succederebbe se tante persone si spostassero dalla Lombardia o dal Veneto in Trentino perché qua da noi paghiamo loro la retta sanitaria?»
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ARCO. «Per risolvere il problema della signora Maria Facchini dovremo parlarne alla conferenza Stato-Regioni». Diventa dunque un caso emblematico quello dell’anziana non autosufficiente, ammalata di Alzheimer e demente, ospitata alla casa di riposo di Riva; è originaria di Roverbella (Lombardia) ma residente a Riva dall’ottobre 2024 e per lei né Trento, né Milano vogliono pagare l’assistenza sanitaria, un diritto di ogni cittadina e cittadino italiano.
Renzo Facchini, fratello di Maria, dopo tre mesi di scaricabarile, durante i quali ha passato invano mille uffici trentini e lombardi, si è deciso di rivolgersi alla stampa e sia L’Adige sia la Gazzetta di Mantova (con un articolo pubblicato ieri) hanno messo in luce l’inadempienza dell’istituzione pubblica, Provincia di Trento, regione lombarda o Stato che sia.
Il fratello, l’unico rimasto, è suo amministratore di sostegno e vive ad Arco dal 1993. L’Azienda sanitaria di Trento sostiene che a pagare debba essere la Lombardia per via della delibera della giunta provinciale di Trento guidata da Maurizio Fugatti (Lega), la numero 2449 del 2023, che spiega non verserà nulla a chi è entrato in casa di riposo e ha spostato la residenza in Trentino successivamente.
L’Azienda sanitaria lombarda dice che a pagare debba essere il Trentino in base a principi e leggi nazionali: «In caso di mutamenti di residenza del soggetto ricoverato, l’onere di pagamento si trasferisce alle Asl di successiva residenza».
Sul caso kafkiano della signora Facchini e sulla regolazione dei rapporti tra Regioni e quindi anche con le Province autonome in materia di scambi di pazienti, ecco quanto riferito ieri dall’assessore provinciale alla sanità, Mario Tonina (Partito autonomista trentino tirolese): «Stiamo affrontando la situazione ma non è facile da risolvere. Spero che si possa trovare una soluzione tra qualche settimana».
Perché non è facile da risolvere? «Che succederebbe se tante persone si spostassero dalla Lombardia o dal Veneto in Trentino perché qua da noi paghiamo loro la retta sanitaria?».
La Lombardia paga le rette sanitarie. «Alla signora non la sta pagando».
La signora Facchini non è più residente in Lombardia ma in Trentino. «Ecco, su questo punto è necessario fare una conferenza Stato-Regioni per fissare bene le regole. Al riguardo stiamo facendo un passaggio col legislativo».
Non sarà il primo caso del genere dal 1945 a oggi? «È il primo caso di questo genere».
È un caso per via della sua delibera di giunta del 21 dicembre 2023, la numero 2.449? «Certo».
Allora tutte le Regioni dovrebbero fare come il Trentino: ognuno si tiene i suoi pazienti ? Anche se vanno a stare fuori Regione o Provincia? «Sì, per questo occorre un passaggio nella conferenza Stato-Regioni che stabilisca bene le regole una volta per tutte. Ho dato mandato ai miei uffici di poter risolvere la questione ma va risolta in termini complessivi anche per altri casi che si dovessero presentare».
E prima della vostra delibera del 2023 come funzionava? «Come assessore alla sanità sono arrivato dopo. È una questione tecnica. Quello che posso dire è che il caso lo stiamo analizzando e spero di poterlo risolvere».
Quando ci sarà la conferenza Stato Regioni su questa faccenda? «Ah, non lo so. Noi l’abbiamo già chiesta. Stiamo attendendo. Si deve arrivare a chiarire tutto: che una persona sappia bene le condizioni se viene in Trentino o se dal Trentino va in un’altra Regione. Che siano paritarie».