Persone / Lutto

Morto l'avvocato Renato Ballardini, 97 anni di impegno e passione politica antifascista

Parlamentare socialista per cinque legislature, consigliere provinciale Pci, presidente della Commissione Affari Costituzionali e nella Commissione dei 19 per l’Autonomia

RIVA DEL GARDA. E’ morto oggi a 97 anni l’avvocato Renato Ballardini, partigiano, antifascista, ex parlamentare per 5 legislature, che ha ricoperto incarichi istituzionali importantissimi, oltre a fondamentali battaglie per i diritti civili come legale, medaglia d’oro al Valor civile della Repubblica.

Fino all’ultimo un protagonista, animato da una contagiosa vitalità: sempre pronto alla battuta salace, sempre con la stessa attenzione agli avvenimenti mondani, e anche con la stessa sensibilità al Piccolo mondo antico della “sua” Riva, dove è nato, ha studiato e fatto carriera politica.

 «Renato Ballardini appartiene alla schiera di coloro che alla politica assegnano la funzione primaria di servizio alla comunità». Con queste parole il presidente Giorgio Napolitano introduceva il libro su Renato Ballardini scritto da Mauro Marcantoni e Milena Di Camillo, «Renato Ballardini», inserito nella collana «Testimonianze» 2011 del Museo storico. 

Nato il 21 ottobre 1927 a Riva del Garda da Remo di Montagne e Caterina Sacchella di Sirmione, gestori della trattoria «La bella Venezia», Renato trascorre la giovinezza entro gli schemi del tempo, prima marinaretto poi prealpino, ma mai “figlio della lupa”, esordio assieme a Luciano Baroni, di due anni più “grande”, in un dissidio interiore che lo porterà, assieme ad altri giovani liceali, a fare la scelta di campo nei “Figli della montagna”.

Per un lungo periodo Renato Ballardini ha svolto un'apprezzata e intensa attività parlamentare che il presidente Napolitano ripercorse in sintesi ricordando la passione di socialista ma anche le grandi battaglie, tra cui emerge quella per il divorzio, vinta con Loris Fortuna nel 1970.

La sua è la storia di una vocazione, quella politica di una lontana provincia italiana, ma protagonista di pagine della storia italiana, dalla battaglia per il divorzio a quella per l’Alto Adige…  Prima, il 28 giugno 1944, capitolo speciale della sua vita, con il professor Gori e il sacrificio del padre Remo vittima del nazifascismo.

La storia politica di Renato Ballardini segue passo passo l’evolversi della situazione dal centro-sinistra, eletto con cinque mandati parlamentari (dal 12 giugno 1958 al 19 giugno 1979 nelle IV, V, VI, VII legislatura), prima nel Gruppo parlamentare PSI (1958-1966/1969-1979) poi nel PSU (1966-1969).

Da parlamentare, incarichi importanti: del 1958 alla Commissione dei 19 per l'Autonomia, le battaglie per i diritti civili, i difficili anni Settanta, l’espulsione dal PSI craxiano l'8 ottobre 1981, il breve ritorno all’attività politica in Consiglio provinciale a Trento e il definitivo abbandono dell’agone con il ritorno alla professione di legale nonché alle amate letture. Un ruolo di primo piano, il suo: per tre anni, dal 1965 al 1968, presidente della Commissione Affari Costituzionali, nonché vicepresidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali nel biennio 1970/1972. Nel 1983 nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige con il Partito Comunista Italiano.

Ha ricevuto molte onoreficenze: l’Aquila di San Venceslao nel 2011 e la medaglia d’oro della sua città nel 2015. 

In una intervista a Graziano Riccadonna, un anno fa, ebbe a dire: «Tempi sempre più duri per i giovani di oggi. Almeno ai miei tempi c’erano le ideologie, meglio le idee che sostenevano il cammino dei giovani!».

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