«Sulla mia corriera, come nel Bronx»
Ragazzini scatenati che ne combinano di tutti i colori, ubriachi, persone violente, giovani pronti alla rissa: fare l'autista sulle linee extraurbane della Trentino Trasporti è diventato un lavoro da Bronx. La denuncia arriva dagli autisti che sono arrivati all'esasperazione. «L'ultimo episodio, accaduto la sera di Halloween sulla linea Trento - Rovereto, e che ha portato all'intervento delle forze dell'ordine per far scendere dei ragazzi che prendevano a pugni i vetri della corriera e davano fastidio ai viaggiatori, e soprattutto alle viaggiatrici, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» racconta Salvatore Fiorellini, alla Trentino Trasporti da dieci anni ma al volante da più di 25
Ragazzini scatenati che ne combinano di tutti i colori, ubriachi, persone violente, giovani pronti alla rissa: fare l'autista sulle linee extraurbane della Trentino Trasporti è diventato un lavoro da Bronx. La denuncia arriva dagli autisti che sono arrivati all'esasperazione. «L'ultimo episodio, accaduto la sera di Halloween sulla linea Trento - Rovereto, e che ha portato all'intervento delle forze dell'ordine per far scendere dei ragazzi che prendevano a pugni i vetri della corriera e davano fastidio ai viaggiatori, e soprattutto alle viaggiatrici, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» racconta Salvatore Fiorellini, alla Trentino Trasporti da dieci anni ma al volante da più di 25. Proprio lui, nel luglio scorso, è stato aggredito da un tossicodipendente che dopo averlo insultato, lo ha colpito lasciandogli dei profondi graffi sulla guancia: ricoverato all'ospedale è stato giudicato guaribile in una decina di giorni, ma adesso per un anno deve restare sotto osservazione per scongiurare possibili infezioni. Solo qualche sera fa, al termine delle corse, si è ritrovato il mezzo pieno di bottiglie e immondizie di ogni genere, un disastro che denota la mancanza assoluta di senso civico. E solo qualche giorno fa è stato trovato un sedile praticamente nuovo diligentemente sventrato dai ragazzini delle medie.
«Siamo in trincea - spiega Moreno Salvetti della Uil Trasporti - e non siamo per nulla tutelati: è una situazione che abbiamo fatto presente all'azienda già diverso tempo fa, ma finora non è accaduto nulla. Ci sono corse in cui accade di tutto, ci mettono le mani addosso».
«Nel nostro lavoro - aggiunge Marco Ontertoller, autista del "biscione", diciotto metri di corriera - dovremmo, oltre che guidare, anche evitare i problemi tra i passeggeri e vigilare sul loro comportamento. È una grossa responsabilità ma in realtà non possiamo fare niente: se chiudo le porte è sequestro di persona, se ritiro il tesserino è abuso di potere, se mi fermo è interruzione di servizio, se identifico i ragazzi è violazione della privacy, se li faccio scendere è abbandono di minore. Ditemi cosa devo fare e io lo faccio».
Secondo Massimo Mazzurana della Fit-Cisl Trentino Trasporti, la situazione è delicata: «Ci sono stati casi in cui un autista è stato denunciato perché, mentre guidava, non ha impedito che due ragazzini si picchiassero, lui è l'unico penalmente responsabile di quello che accade a bordo. Si capisce che se uno sta conducendo una corriera in mezzo al traffico, non può contemporaneamente gestire fìno a oltre cento persone a bordo, come accade sui mezzi più grandi: la sicurezza non può farla l'autista. Anche perché accade di tutto: quando era permesso svappare con le sigarette elettroniche, c'è chi si è fermato credendo che fosse scoppiato un incendio. Da quando poi Trentino Trasporti si è presa l'onere di gestire anche le corse notturne, insulti, sputi, vomito e bestemmie sono all'ordine del giorno. Non possiamo mica chiamare i carabinieri ogni momento!».
Sulle soluzioni da trovare non ci sono ricette. È stato chiesto dalle organizzazioni sindacali un tavolo di confronto tra azienda, autisti, Provincia e forze dell'ordine ma il problema principale sono le risorse, «e non è pensabile che si possano trovare all'interno della Trentino Trasporti», spiega Mazzurana. Mariapia Veladiano, dirigente scolastica, è propositiva: «Abbiamo lavorato tutta la mattina a dialogare con i ragazzi delle medie per capire chi ha precise responsabilità, per poi portare avanti un percorso di alleanza con i genitori: il tragitto scuola - casa dura venti minuti, ed i ragazzi devono imparare ad avere rispetto, altrimenti la nostra funzione educatrice non serve a nulla. L'intervento di un adulto a bordo è proprio l'ultima spiaggia». B.G.