Archeologia, convenzione fra l'Egitto e il Museo Civico di Rovereto
Il ministro della Cultura della Repubblica Araba d'Egitto, Gaber Asfour, sarà a Rovereto tra il 26 ed il 28 febbraio prossimi per firmare una convenzione con la fondazione Museo Civico di Rovereto. Il protocollo d'intesa mira alla valorizzazione e diffusione commerciale del patrimonio fotografico e documentale raccolto dai ricercatori roveretani nel Medio Egitto.
«Il ministro arriva tra dieci giorni, e ancora non sappiamo chi verrà ad accoglierlo» sbotta il direttore del museo Franco Finotti.
Il museo civico lavora da dieci anni nel cosiddetto Medio Egitto, la valle del Nilo tra Il Cairo e Luxor. Lontano dalle piramidi, un territorio sconfinato dove insistono centinaia di tombe e siti archeologici egiziani, romani e paleocristiani, in gran parte ancora da scoprire. Un tesoro che i ricercatori del museo hanno iniziato in esclusiva (l'accesso ai siti è vietato a chiunque altro) a studiare e catalogare, raccogliendo oltre 80mila immagini, molte in 3D.
A fronte dei risultati, la proposta da parte del «Supremo consiglio delle antichità del Cairo» di portare la collaborazione ad un livello superiore: il museo diventerà la «vetrina» online attraverso la quale si potrà acquistare, per motivi di studio o divulgativi, le immagini, trattenendo il 25% del ricavato (sul fronte tecnico, le transazioni saranno gestite dalla Cassa Rurale di Rovereto).
Il museo non diventerà ricco, e neanche gli egiziani. Il valore economico è sul lungo periodo: le foto - in 3d, georeferenziate e con note bibliografiche - sono uno strepitoso veicolo di promozione di un territorio sconosciuto al pubblico mondiale. Per gli egiziani si tratta quindi di una formula nuova di valorizzazione del loro patrimonio archeologico; un passo di tale valore politico, per un Paese che vede nel turismo culturale 10 miliardi di euro a bilancio e 12 milioni di occupati, da investire lo stesso ministro. «Hanno scelto noi - spiega il presidente della fondazione Giulia Fiorini - perché sono rimasti molto colpiti dalla nostra tecnologia, soprattutto nel 3D.
Nel protocollo è previsto anche che i loro ricercatori vengano a Rovereto a formarsi». Per Rovereto, diventare il collegamento diretto con il ministero culturale egiziano, proverbialmente diffidente nel concedere alle spedizioni straniere i propri gioielli, è una conquista dalle enormi prospettive, merito del piccolo, enorme museo civico. «Non ci stupisce che in Egitto siano più sensibili che a Trento sul nostro operato» commenta Finotti, tornando a sottolineare la mancanza di rete tra le risorse del Trentino, in mano ad una politica invischiata nell'immobilismo delle faide elettorali.
Fin qui la partita scientifica. Resta quella politico-istituzionale.
Altrettanto importante. Etichetta alla mano, un ministro deve essere accolto da un pari grado. Peraltro, lo stesso Asfour ha chiesto di trattare con il suo omologo. Quindi, il ministro Franceschini che potrà, se lo riterrà opportuno, delegare il presidente Rossi. Il quale potrà indicare a sua volta l'assessore alla Cultura Mellarini. «Ci basta che qualcuno si faccia presente, finora non abbiamo ricevuto risposta. Un'altra volta, ci ignorano. Da novembre non ho risposte, né da Roma né da Trento» commenta Finotti. «La conferma definitiva della visita è arrivata in fondo da poco» frena il sindaco Andrea Miorandi «godiamoci il successo ottenuto, che dimostra come un'offerta culturale di qualità può portare un piccolo museo a competere alla pari con le strutture che hanno disposizione milioni e milioni di euro».
Il tempo stringe. La comunicazione ufficiale dal Cairo all'ambasciata italiana in Egitto, fanno sapere dal museo, è già partita. Ed anche l'itinerario a grandi linee della visita del ministro (da Malpensa a Rovereto, alloggio all'Hotel Rovereto, cena di gala con il sindaco Miorandi, firma del trattato a Palazzo Alberti, ritorno a Malpensa) è già fissato. Infine, la partita sicurezza. Tutta da ancora da decifrare. La sicurezza per una personalità istituzionale di questo livello è già di base alta. In questo caso si tratta di un ministro di un Paese da giorni in guerra contro l'Is, le cui roccaforti libiche subiscono i bombardamenti dell'aviazione del Cairo.