Anche il trilinguismo avrà il suo festival
Debutta a Rovereto il 18 e 19 marzo
Se Trento negli anni ha saputo ritagliarsi un ruolo nel mondo dell’economia legando il suo nome al festival che si svolge all’inizio dell’estate, Rovereto è pronta a fare altrettanto in un campo in cui la Provincia ultimamente sta rivolgendo molte delle sue attenzioni: quello delle lingue. Il 18 ed il 19 marzo nella sede dell’Iprase, l’istituto provinciale per la ricerca, l’aggiornamento e la sperimentazione educativi, debutta il «festival delle lingue». Sarà una sorta di luogo d’incontro per docenti, studenti, famiglie ed associazioni culturali. Dalla scuola dell’infanzia alle superiori. Trentini, ma anche del resto d’Italia perché la proposta nata nella nostra provincia è piaciuta subito anche al Ministero dell’istruzione che ha voluto diventarne ente promotore.
«L’iniziativa si inserisce nel piano Trentino trilingue e nasce dall’esigenza delle scuole di avere degli strumenti didattici per poterlo attuare» spiega il direttore dell’Iprase, Luciano Covi, presentando l’edizione «zero» del festival. «L’obiettivo è quello di mettere in congiunzione docenti, scuole, e ragazzi impegnati in questa dimensione di apprendimento ed insegnamento delle lingue con punti di riferimento nell’editoria e nelle associazioni culturali che se ne occupano». Le lingue in questione sono in modo particolare il tedesco e l’inglese, «ma anche l’italiano come lingua seconda per gli stranieri, perché il piano si basa su questi tre capilingue e l’italiano per gli stranieri è il primo passaggio per un processo di inclusione» spiega Covi.
Dunque l’evento che sta prendendo forma e che verrà propsto nella sede di via Tartarotti 15, in pieno centro storico, è emerso da un bisogno nato nell’ambito della scuola ma si è arricchiato con altri temi importanti legati alle lingue ed al loro apprendimento. «Come la mobilità - aggiunge il direttore dell’Iprase - ossia gli scambi tra studenti e docenti. Ci saranno associzioni come Intercultura ed enti come Erasmus a portare il loro contributo. In faso organizzativa poi si è aggiunta anche l’attenzione alle buone pratiche della scuola, il curriculum plurilingue». Dal comitato scientifico, all’interno del quale è venuta alla luce, l’idea del festival è stata estesa all’attenzione del ministero che ha voluto diventarne ente promotore. Dalla dimensione provinciale in cui ha mosso i primi passi, dunque, è già diventato un evento nazionale che, se avrà successo, potrà diventare un appuntamento fisso. «Via via si sono innestate anche nuove tematiche: dalle tecnologie per l’apprendimento alla certificazione, al tema di bisogni educativi speciali. Il festival insomma vuole essere una cornice molto ampia dentro la quale sviluppare questi argmenti».
La scelta del luogo in cui incontrarsi e sviluppare questi temi è stata quasi scontata. «È stato ambientato a Rovereto perchè Iprase è qui - commenta il direttore, Luciano Covi - e volevamo sancire questo rapporto territoriale. La città inoltre è appetibile anche per tutte quelle persone che arrivano dal resto d’Italia, senza dimenticare il fatto che la sede delle ex scuole Damiano Chiesa è molto bella».
Il conto alla rovescia ormai è iniziato, ma il programma si arricchisce di giorno in giorno perché molti enti hanno saputo dell’iniziativa in corsa e si sono voluti aggiungere. «Abbiamo raccolto molto interesse, che ci fa ben sperare per il proseguo». L’ambizione degli organizzatori è che in questi due giorni i ragazzi e le loro famiglie possano trovare risposte qualificate alle tante domande che si pongono sulle scelte da fare in materia di apprendimento delle lingue. Allo stesso tempo via Tartarotti vorrebbe essere uno spazio in cui ragionare ad alto livello del trilinguismo e delle proposte all’avanguardia per poterlo insegnare, ma allo stesso tempo per dare strumenti abbordabili e funzionali. Insomma, una scommessa.