Bartolini, nuovo blocco Protesta dei lavoratori
Il 23 dicembre avevano già bloccato i cancelli Bartolini, chiedendo un incontro con la cooperativa che gestisce il magazzino del gigante delle spedizioni. L’incontro c’era stato, ma non si erano portati a casa nulla. Quindi ieri, verso le 19, sono tornati.
Ai cancelli Bartolini sono arrivati una quarantina di lavoratori del magazzino, scesi in sciopero, e una trentina di sostenitori - tra Sol Cobas e simpatizzanti - con l’intenzione di replicare l’iniziativa del 23 dicembre. Blocco totale: nessuno entrava, nessuno usciva. Risultato: la strada si è riempita in fretta di camion Brt, in attesa di entrare. Un’attesa, lo si capiva ieri in tarda serata, che sarebbe stata lunga.Tutt’attorno un cordone di forze dell’ordine sorvegliava a distanza: nessun intervento, solo presidio, nel caso in cui la situazione degenerasse. Non è accaduto. Ma dopo ore di blocco la situazione sembra di assoluto stallo: i lavoratori hanno rivendicazioni che ieri la cooperativa non ha raccolto. L’unico arrivato a parlare con loro, è di Brt. Ha ascoltato, ma di più non poteva fare: non ha deleghe a trattare. Se l’azione porterà all’avvio di un tavolo, lo si capirà solo nelle prossime ore. Di sicuro c’è un dato: ora i lavoratori chiedono a Brt di farsi garante della trattativa. La cooperativa non basta più.
La situazione è nota. In magazzino lavora circa un centinaio di persone, in massima parte extracomunitari, penalizzati pure, in alcuni casi, dalla difficoltà di esprimersi. Quel settore, che smista i pacchi per Brt, non è gestito direttamente dall’azienda, ma da una cooperativa, la Ld Service. Che a parere dei lavoratori non rispetta il contratto nazionale. «Vengono costretti a contratti a termine per anni, non passano mai a tempo indeterminato - spiegava ieri un rappresentante dei Sol Cobas - anche chi è fisso non ha mai lo scatto d’anzianità, non vengono rispettate le mansioni e le conseguenti qualifiche, i primi tre giorni di malattia non sono pagati. È un contratto di lavoro non dignitoso».
Mentre lui spiegava, tutt’attorno i lavoratori urlavano «Sciopero, sciopero» e qualche camionista bloccato in attesa sfogava la frustrazione sul clacson.
Dalla coop non s’è visto nessuno. L’unico che è arrivato ad ascoltare le rivendicazioni è stato Luciano Faggiani, responsabile d’area Brt. «Dite che il contratto nazionale non è rispettato, ma non è vero, comunque ripetetemi le vostre rivendicazioni». Fermo, calmo, ma ha tenuto il punto senza spostarsi di un millimetro, mettendo qualche puntino sulle i: «Non parlate di illegalità nostra, è quello che state facendo voi che è illegale».
Alla fine del confronto, i lavoratori erano fermi: «Chiediamo di aprire un tavolo, chiediamo ci sia anche Bartolini come garante. Altrimenti non andiamo via di qui». E dai camion, è arrivato un colpo di clacson. Lo avevano capito tutti: alla Brt, la notte sarebbe stata lunga.