Dopo il blitz, altri alberi pronti al taglio Boscaioli in azione in via Dante e via Benacense

Il tour del boscaiolo avviato domenica in viale Trento e che ha portato al taglio di 40 alberi d’alto fusto continuerà per tutta la primavera. Innanzitutto, al Brione ci sono ancora sei ippocastani da archiviare, quelli «occupati» dai manifestanti per salvarli dalla furia della motosega. Dopo l’addio alle armi dell’altro pomeriggio, il Comune è in attesa del momento opportuno per finire l’opera, probabilmente con un altro blitz notturno.

Nel frattempo ci sono altre piante da consegnare alle stufe, iniziando da via Benacense che dall’anno scorso sta pagando il proprio tributo all’esigenza di sviluppo urbanistico. Dopo l’avvio della riqualificazione dell’importante arteria, tra il parco d’Istria e via Padova, a breve partiranno i lavori nel tratto via Padova-via Rovigo e, contestualmente, sarà progettato il terzo lotto: da via Rovigo a via Fiume.


Ma la battaglia che il comitato «Salviamo gli alberi» sta preparando con cura è quella che si disputerà a meta maggio, dopo l’Adunata degli Alpini, in via Dante. Le intenzioni dei manifestanti, rispetto a viale Trento, sono di occupare ogni esemplare ospitato ai giardini alla Pista. Qui palazzo Pretorio ha già programmato l’ampliamento del Centro tennis di via Lungoleno che ha bisogno di spazio e lo chiede, appunto, agli alberi. Come detto, però, se ne riparlerà dopo il 13 maggio e dopo aver salutato le penne nere. Ma questo sarà davvero il momento clou della protesta degli ambientalisti contro la giunta Valduga e l’azione di domenica potrebbe essere stata una sorta di prova generale.


I rapporti tra amministrazione e gruppi di cittadini che invocano il rispetto del verde frondoso, d’altro canto, sono tesi. Perché a palazzo Pretorio si contesta di puntare sullo sviluppo a suon di accetta. Eppure questo è il prezzo da pagare per garantire, spiegano in piazza del Podestà, la sicurezza. Ma gli alberi tagliati o inseriti sulla lista nera e destinati quindi alla sega hanno irritato parecchie persone.

E l’aver schierato le forze dell’ordine in assetto antisommossa per garantirne l’abbattimento ha alimentato il disagio popolare ingrossando le fila di chi chiede rispetto per il verde pubblico e tuona contro la condanna a morte di piante di alto fusto che ingentiliscono, e ombreggiano d’estate, le principali arterie. Il patrimonio roveretano, per capirci, sfiora il migliaio di esemplari (925 per la precisione) ma il 13% (135) è stato tagliato, spostato o in procinto di passare a miglior vita. «Per giusta causa», assicurano in municipio, ma sufficiente a scatenare le ire di tanti cittadini, non solo quelli che portano a spasso il cagnetto e lo lasciano «flirtare» con i tronchi scambiati per toilette di strada.


Tornando a viale Trento, in molti chiedono di salvare i sei superstiti. E tra loro c’è pure la Lipu, la Lega per la protezione degli uccelli, che ha inviato al sindaco una diffida per tutelare i nidi. E ci sono pure esposti in procura, segnalazioni al capo dello Stato e al difensore civico, tentativi legali di fermare la «mannaia selvaggia».


La sollevazione popolare ambientalista, però, è scoppiata proprio con i 40 olmi di via Benacense (che lasceranno il posto ai ginko biloba). E qui, come detto, si va avanti. Con il primo lotto già completato e il secondo pronto a partire, tra via Padova e via Rovigo per altri 400 mila euro di lavori pubblici.

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