Arriva la parola d'ordine antimolestie Il progetto «C'è Luisa?» sbarca in Trentino
Le donne vittime di violenza sono sempre di più. E non si tratta solo di botte, aggressioni, violenze fino ad arrivare al femminicidio ma anche di tensioni e soprusi che molte ragazze sono costrette a subire per colpa di molestatori e stalker. Insomma, si tratta di donne in difficoltà che superano di gran lunga il numero delle denunce e non entrano nelle statistiche. Un fenomeno che in qualche modo deve essere fermato e la legge, da sola, non basta. Ecco dunque che, da parte della società civile, è stata attivata una singolare rete di aiuto e protezione che sta prendendo piede un po' alla volta anche in Italia. Perché l'idea è importata da Germania e Svizzera ed ora sbarca, prima in regione, a Rovereto.
Il progetto si chiama «C'è Luisa», è stato presentato a Verona lo scorso marzo proprio da un imprenditore lagarino, Giacomo Vianello di Mori, e dai piedi dell'Arena ha cominciato a diffondersi riscontrando un sensibile successo. È rivolto alle donne costrette loro malgrado a fronteggiare situazioni di disagio o di pericolo da cui vogliono uscire il più velocemente e discretamente possibile. Per questo nei locali pubblici convenzionati il personale è addestrato al pronto intervento. In sostanza, quando una ragazza chiede a gran voce «C'è Luisa?», i commessi si avvicinano e accompagnano la fanciulla in una stanza sicura dotata di uscita secondaria.
Detta così può sembrare banale ma all'estero ha già preservato svariate clienti da episodi di molestie e da attenzioni sessuali.
Di solito a interessarsi a questo progetto sono discoteche piuttosto che bar ma in Trentino la proposta è lanciata per primo da un negozio di strumenti musicali. L'esordio di «C'è Luisa», infatti, avverrà a «Iiriti Music Store» al Rovercenter dove Alex Emiliani ha accolto di buon grado la proposta di Giacomo che, con la sua associazione sportiva di difesa personale «Krav Maga Verona», ha importato l'«Sos discreto» ottenendo pure il patrocinio del Comune scaligero.
«Giacomo è un amico ed è il promotore del servizio in Provincia. - spiega Alex Emiliani - Ci ha proposto il kit e abbiamo deciso come negozio di attivarlo».
Ma come funziona? Il mantra «C'è Luisa?» è una parola d'ordine? «Sì, di fatto è così. Una donna, una signora piuttosto che una ragazza, che si sente minacciata o oppressa chiede a gran voce se c'è Luisa e noi ci muoviamo di conseguenza. Ci avviciniamo discretamente, ci facciamo riconoscere come aderenti all'iniziativa e non come malintenzionati per capirci, e l'accompagniamo senza dare nell'occhio in un locale ad hoc, nascosto e con uscita secondaria dove può rilassarsi e dove le chiediamo se dobbiamo telefonare ad un taxi, ad un parente o alle forze dell'ordine. Poi, quando si tratta di andarsene, la facciamo passare dal retro in modo da non essere vista da nessuno. Questi passaggi, ovviamente, sono inseriti in un protocollo volto al sostegno e alla "messa in sicurezza" della sfortunata e sono istantanei».
«C'è Luisa», insomma, non pretende di mettere in campo guardie del corpo o picchiatori ma un aiuto concreto e discreto, semplice e volontario.
Chi aderisce all'iniziativa - l'invito è rivolto soprattutto agli esercizi pubblici ma anche alle botteghe in genere - riceve un kit con materiale informativo, volantini, vetrofanie da appendere all'esterno per identificare il locale. Un modo per rendere visibile anche alle potenziali vittime il rifugio in caso di bisogno. «È stato creato un logo che riporta la codifica internazionale dell'uscita di sicurezza con la figura della donna. E noi si Iiriti Music Store siamo orgogliosi di essere gli apripista in Trentino».