Rovereto, porte aperte a palazzo Sichart
Anche Rovereto partecipa al programma di Palazzi Aperti: dal 18 al 20 maggio prossimi l’imperdibile occasione di entrare nei palazzi che costituiscono il patrimonio cittadino.
Dei due i centri di attrazione di quest’anno, uno offre un autentica «prima»: Palazzo Sichardt, di recentissima ristrutturazione, apre infatti per la prima volta le sue porte e permette la visita delle sue sale rimesse a nuovo. L’ex sede del Museo Civico di Rovereto potrà dunque essere apprezzato dalla cittadinanza in attesa dell’inaugurazione vera e propria prevista in autunno.
Ma in programma c’è anche Palazzo Pretorio, complesso architettonico, risalente al Quattrocento, poi adeguato al nuovo gusto nel secolo dei Lumi e reinterpretato, all’inizio del Novecento, dall’intervento pittorico decorativo di Augusto Sezanne, che realizza una celebrazione a sfondo irredentista del passato veneziano. Sono infatti rappresentati nel loggiato gli stemmi dei Dogi, accanto a quelli asburgici.
A Borgo Sacco, riflettori puntati sulla monumentale e suggestiva Chiesa di S. Giovanni Battista, con le opere settecentesche di Antonio Giuseppe Sartori e del pittore Gasparo Antonio Baroni Cavalcabò. La sua facciata guarda al parco e al palazzo della nobile famiglia Bossi-Fedrigotti, residenza privata a sua volta testimone di rilevanti interventi settecenteschi e carica di memorie culturali.
Le tre giornate offrono una nutrita occasione per entrare anche nei musei e in altre istituzioni culturali della città: dalla Casa d’arte futurista Depero a Casa Rosmini, da Palazzo Annona della Biblioteca Civica al Castello con i torrioni veneziani, da Palazzo Alberti Poja alla chiesetta di S. Maria delle Grazie, spaziando dai codici miniati alle armature, dal patrimonio d’arte dei Rosmini ai protagonisti roveretani dell’arte del Novecento, fino alle testimonianze dei conflitti della storia presente. Al Mart un laboratorio sulla decorazione.
«Nelle intenzioni di questa edizione - spiega l’assessore alla cultura Maurizio Tomazzoni - c’è la volontà di attirare l’attenzione sulla città e la sua immagine rispecchiata sui suoi due corsi d’acqua: i due centri di attrazione non a caso sono Piazza Podestà e Borgo Sacco con da una parte l’immagine veneziana sul Leno e dall’altra l’economia fluviale sull’Adige».
«Ci è piaciuta l’idea portare i roveretani dentro l’elegante corte di Palazzo Pretorio, preziosa architettura quattrocentesca fatta erigere, per ordine della Repubblica di Venezia, dal podestà Andrea Valier e tutt’ora cuore della vita politica di Rovereto. Se guardiamo bene la facciata che guarda verso piazza del Podestà è l’emblema di due periodi storici rilevanti per la città: il Quattrocento veneziano nella parte destra e lo stile settecentesco della parte sinistra. L’emblema di una città che ha sempre saputo rinnovarsi nei secoli» conclude Tomazzoni.