Intercettato mentre pedina la ex Altolà all'amante molesto
Più che una relazione amorosa quella di un giovane roveretano finito nei guai era una relazione morbosa. Tant’è che, pur non mettendo mai le mani addosso all’ex fidanzata e nemmeno minacciandola di morte o di farle del male, ha rischiato l’arresto. Comunque, d’ora in avanti, dovrà decisamente contenersi proprio per non finire in galera.
Lo «stalking», d’altro canto, è una brutta bestia e, per la giustizia, è assai più grave delle vecchie molestie. Purtroppo sono in tanti a scadere in questi eccessi che diventano reati perché creano ansia nella vittima.
Ed è quanto è successo ad una ragazza di Rovereto che, dopo l’addio (più o meno urbano, lo sanno solo i diretti interessati), si è sempre trovata tra i piedi l’ex amante dal cuore spezzato. E vivendo in epoca tecnologica, il «mariuolo» non ha trovato di meglio di fare che sfruttare tutti i canali disponibili per cercare di colpire al cuore la donna della sua vita con il dardo scagliato da Eros. Un Eros, attenzione, che assomiglia davvero poco al puttino alato che svolazza nei cartoni animati con l’arco tra le mani. E infatti il «lui» ha intasato i social network ammorbando decisamente colei che aveva deciso di troncare forse proprio per questo attaccamento più fastidioso della vite americana o dell’edera.
L’apice dell’intrusione nell’esistenza della ragazza, però, è stato venerdì sera quando lo stalker, non riuscendo a comunicare con quella che pretendeva essere la sua «bella», si è messo a inseguirla in macchina in perfetto stile pedinamento poliziesco dei film hollywoodiani. Peccato, però, che stavolta abbia incrociato una volante proprio della polizia che, insospettita dalla guida estremamente lenta e notando che in strada, poco distante dal veicolo, c’era solo una ragazza che camminava alla svelta verso la caserma dei carabinieri di largo Dalla Chiesa, ha fermato l’automobile ed ha identificato il conducente.
L’intera vicenda, poi, è stata ricostruita in commissariato proprio grazie alla spaventatissima donna che ha raccontato le pressioni psicologiche subite attraverso quantità industriali di messaggini sul telefonino, sul profilo Facebook e via Twitter oltre, chiaramente, a telefonate e presenza costante del giovane in ogni luogo della sua vita. Troppo per non chiedere aiuto alle forze dell’ordine e pure al tribunale dove la richiesta formulata dalla vittima dello stalker era quello che un tempo si liquidava nell’arcinota espressione dialettale «stame a dosento».
Detto, fatto. Il gip Riccardo Dies, l’altra mattina, dopo aver analizzato il rapporto della polizia non ha avuto dubbi circa la decisione da prendere: ha infatti intimato al ragazzo il divieto assoluto di avvicinarsi alla giovane e l’altrettanto divieto assoluto di comunicare con lei attraverso i social network. Insomma, da un punto di vista dei tentativi - fallimentari fino ad oggi - di riallacciare i rapporti lo stalker si è giocato decisamente male perfino il jolly. D’ora in avanti, infatti, non potrà frequentare i luoghi abituali di vita della sua vittima ma nemmeno provare a mettersi in contatto o anche solo avvicinarsi se, per esempio, la incontrasse alla stazione dei treni. Insomma, nessun rapporto con lei, nemmeno, per certi versi, visivo.
La misura cautelare, come detto, è stata disposta dal giudice Dies per evitare il protrarsi dell’atteggiamento persecutorio. L’inchiesta per stalking, però, prosegue e non è detto che, tra qualche mese, l’amante respinto non rischi sanzioni ben più pesanti. Ma questa è un’altra storia che, si spera, finisca prima di «scomodare» ancora una volta il tribunale di corso Rosmini o, peggio, sfociare in una ritorsione violenta contro una persona che, alla fine, chiede solamente di essere lasciata in pace.