«Viale Trento era pericolosa, marcio il 90% degli alberi»
«Il 90% degli alberi che abbiamo tagliato in viale Trento era malato». A dimostrarlo ieri mattina, proprio davanti ai grandi tronchi martoriati da marcio e buchi ed accatastati nell'area dell'ex Masterl tools di via Ronchi, è stato il sindaco Francesco Valduga. Assieme all'assessore ai lavori pubblici Giuseppe Graziola ( insieme nella foto ) ha fatto toccare con mano a giornalisti con fotografi al seguito e telecamere accese la prova di ciò che l'amministrazione ha sempre sostenuto in questi lunghi mesi di battaglia ossia che la fila di alberi lungo il lato est della via andava tagliata.
«Ho sempre detto che c'era un problema di sicurezza» tuona il sindaco Valduga. «Bisogna tornare alla concretezza ed alla crudezza dei dati. Bisogna tornare alle competenze», aggiunge mentre i custodi forestali Silvano Zorer ed Alessandro Macchiella consegnano la relazione sullo stato degli alberi. «Emerge con chiarezza - si legge nel documento - lo stato di diffuso degrado di molti esemplari peraltro contraddistinti da foratura dei tronchi e marcescenza degli stessi. Inoltre si osserva che in quasi tutti gli esemplari di ippocastano le marcescenze, le forature e le carie fungine interessano la parte prossima alla sezione di avvenuta capitozzatura e fin oltre la stessa. Si conferma pertanto la situazione di degrado nella misura percentuale di circa il 90% degli ippocastani con riferimento alla situazione di marcescenza e presenza di carie indebolenti strutturalmente e meccanicamente i rispettivi esemplari. Inoltre si stima con puntualità, che oltre il 50% di esemplari di ippocastani sono contraddistinti da forature importanti ed estese cavità che ne hanno compromesso in modo irreversibile la consistenza legnosa degli alberi». Le ventitrè pagine di descrizione corredate da numerose fotografie suonano come una sentenza inappellabile nei confronti di comitati e cittadini che hanno attaccato duramente la giunta Valduga sul progetto di riqualificazione di viale Trento.
«Se è vero che uno vale uno quanto si va a votare - continua il sindaco - non è vero che chiunque può sostenere un dibattito. Servono competenze. Non è che Giorgio Maresi (il perito della Fondazione Mach consultato dal Comune, ndr ) fosse un visionario».
Ma allora perché le perizie portate in difesa degli alberi sostenevano che erano sani? Lo spiega l'assessore Giuseppe Graziola: «Più di trent'anni fa questi alberi furono interessati da interventi di capitozzatura (taglio dei rami, ndr ), forse eseguito da mani poco esperte. Sta di fatto che quest'intervento ha determinato marcescenze e carie, perché l'acqua s'infiltrava da lì e scendeva lungo i rami e lungo il tronco infestato dai funghi. Normalmente questo processo parte dalle radici, ma in questo caso la malattia è partita dai rami».
Ecco perché alcuni dei ceppi rimasti sono ancora sani: la malattia parte dall'alto. «Se fossimo intervenuti tra 4 o 5 anni - aggiunge il dirigente comunale Luigi Campostrini - la situazione sarebbe peggiorata ulteriormente. Guardandoli ora mi rendo conto che il pericolo era ben maggiore di quanto immaginavo».
Le foto mostrano l'acqua marcia uscita durante il taglio. I tronchi sono lì a testimoniare quel che sindaco, assessore e tecnici ripetono: «Era una degenerazione progressiva ed inarrestabile», spiegano. E allora come hanno fatto a restare in piedi gli alberi? «Erano vuoti nella parte superiore, non avevano peso da sostenere. Ne pianteremo altri».