La bici fuori dalla panetteria per i vigili è pubblicità abusiva
Pubblicità abusiva. Questa la contestazione che i titolari della nuova panettera bio «Il forno di Pitagora» di via Rialto si sono sentiti muovere dalla polizia municipale un paio di giorni fa, quasi a ridosso del giorno dell'inaugurazione che sabato scorso aveva attirato una gran quantità di gente curiosa di assaggiare i nuovi prodotti garantiti senza strutto o ingredienti di origine animale.
A innescare il contenzioso, la bicicletta di proprietà dei titolari tranquillamente parcheggiata vicino all'entrata del negozio che, a dire degli agenti, sarebbe stata posizionata a scopo pubblicitario. Inoltre, poiché nel cestino qualcuno vi aveva gettato volantini pubblicitari (peraltro del negozio Bitcoin che fino a qualche tempo fa si trovava proprio di fronte) la funzione di promozione sarebbe stata ancora più marcata. Da qui la richiesta di esibire permessi e la minaccia di stilare una salata contravvenzione.
La scena si è dunque svolta un paio di giorni fa alla presenza dei numerosi clienti della panetteria, stupiti e francamente perplessi per quello a cui stavano assistendo: tra loro anche chi non ha perso tempo e ha denunciato l'accaduto su Facebook, insinuando il dubbio che i rapporti tra commercianti possano soffrire di un certo grado di invidia.
«Non voglio assolutamente entrare in polemica, Rovereto non ha proprio bisogno di queste discussioni», dice Annalisa Galvagni, «anima» del ristorante «L'orto di Pitagora», attività che in un certo senso ha fatto da apripista al «Forno». Il titolare di entrambi è ora il figlio Igor Bontadi. «Certo - riprende Annalisa - non posso negare che il tutto sia stato estremamente spiacevole: invece di essere apprezzati perché ci diamo da fare, ci impegniamo per la città, investendo e lavorando, ci è arrivata questa strana contestazione di cui veramente non si capisce il senso».
Alla fine non è stata comminata alcuna multa, e gli agenti della polizia municipale si sono allontanati tra i brontolii delle persone presenti, sostanzialmente solidali con i titolari della panetteria.
Vero è che l'uso di biciclette a scopo pubblicitario è estremamente diffuso, e regolamentato da norme precise che prevedono autorizzazioni ed il pagamento di una specifica tassa di concessione; tuttavia nel caso particolare accaduto in via Rialto, il mezzo in questione è completamente privo di scritte ed è una semplice bicicletta ad uso personale. Certo, è azzurra, con due ceste che ricordano quelle per il trasporto del pane, ma di fatto è un mezzo di trasporto parcheggiato regolarmente in una pubblica via, come ce ne sono tante altre. E comunque, in tempi in cui il rigore è diventato un punto d'orgoglio delle amministrazioni, va sottolineata la particolare attenzione che i vigili urbani hanno prestato agli avvenimenti cittadini ed al controllo della puntuale osservazione delle norme.