Valduga e il Natale di Carollo «Assenti perché perplessi»
«Non è interesse della città abbandonarsi alle polemiche. Più che sul mercatino del Natale, sono gli altri eventi, che dovrebbero fare da contorno, quelli su cui l’amministrazione si riserva di dare una valutazione prima di sborsare tutti i 190mila euro assegnati con il bando qualche mese fa alla Everness di Agostino Carollo. Ferma restando la speranza che tutto vada nel migliore dei modi».
Così ha risposto l’altra sera il sindaco Francesco Valduga alla platea presente alla «Finestra per la città», l’incontro mensile fra il primo cittadino e i residenti all’Urban center di corso Rosmini, che chiedeva chiarimenti sull’assenza di un rappresentate istituzionale alla inaugurazione del mercatino.
In altre parole, l’amministrazione sembrerebbe aver deciso di prendere tempo per valutare, si direbbe in termini giuridici con la diligenza del buon padre di famiglia, se gli eventi programmati per il Festival Natale targato Agostino Carollo saranno in linea con l’immagine della città della Pace.
Ha chiarito Francesco Valduga: «È la stessa sentenza del Tar, che ci ha imposto di fare il bando mesi or sono per assegnare la gestione degli eventi del Natale 2018, quella ci impegna anche a vigilare sulla coerenza fra programmi annunciati e quelli in via di realizzazione. Fra nomi eclatanti proclamati inizialmente ed effettive presenze che dovrebbero richiamare una folla soprattutto giovanile».
Da sempre Rovereto ha a cuore l’immagine di gioiellino di città, capace di attirare frotte di turisti per la sua propensione all’accoglienza dei giovani, ma anche delle famiglie e delle coppie di tutte le età, nessuno escluso in base alla data di nascita.
Come è noto, lunghissimo è l’elenco delle manifestazioni che hanno funzionato da stimolo all’incontro fra culture e generazioni diverse. Basti pensare, ad esempio, alla rassegna estiva, di largo successo, «Oriente e Occidente».
Ha ricordato ancora il sindaco: «Negli anni passati con il Natale dei Popoli abbiamo visto l’arrivo dei rappresentanti delle comunità dei palestinesi, dei greci, dei russi e della tradizione dei presepi campani. Per non parlare della serie di incontri sull’Europa che riempì mesi fa gli spalti del teatro Zandonai con grande entusiasmo e partecipazione di ogni fascia di età. Molti di quegli eventi - ha proseguito il Valduga - erano contemporanei al mercatino, ma finanziati a parte dal Comune e dalla Provincia. Quest’anno si è voluto puntare su un Natale dei giovani, per questo staremo a vedere come evolverà la proposta».
Un esempio di evento non in linea con lo spirito del Natale roveretano, di cui l’amministrazione si vuole fare garante, è stata «la richiesta di utilizzare lo storico teatro Zandonai di corso Bettini, da qualche anno ristrutturato, per trasformare la platea, eliminando le poltroncine, in una pista da ballo con musica che va dal Settecento a quella odierna».
In conclusione, ha assicurato il sindaco, «il bilancio si farà alla fine. L’amministrazione non può far finta di niente e dire che va tutto bene. All’inaugurazione non siamo andati, ma per un evidente motivo. Ma è più importante ricordare che il Natale è un messaggio millenario che Rovereto vivrà, come consuetudine, secondo le tradizioni dell’incontro e della pace».