Mart, Sgarbi è furibondo e querela i 5 Stelle
Primi passi nell’era Sgarbi al Mart. Ma non c’entra l’arte. Il deputato (ex Forza Italia, ora gruppo misto) ha annunciato querela per diffamazione contro il consigliere provinciale del M5s Alex Marini, «reo» di essersi espresso pubblicamente contro la sua nomina a presidente del museo di Corso Bettini.
L’esponente pentastellato aveva criticato la scelta della giunta Fugatti adducendo tre argomenti: Sgarbi è un pregiudicato, dunque inadatto a presiedere un ente pubblico; Sgarbi è già deputato e sindaco di Sutri, dunque non avrà tempo per fare bene il suo lavoro a Rovereto; Sgarbi è orientato a destra in Parlamento, dunque la sua nomina, da parte di Fugatti, è un «favore» tra politici vicini di schieramento.
Sgarbi oggi ribatte punto su punto: «Con l’incarico esclusivo della Provincia di Rovigo (nel territorio della soprintendenza del Veneto) di realizzare l’inventario del patrimonio artistico della città io non mi sono mai assentato dal lavoro pubblico, sono andato in aspettativa senza assegni,per assumere un’altro incarico pubblico, con la formula del “comando”, dallo Stato alla Provincia. Dovrebbe essere comprensibile a un consigliere provinciale. Come si spiega una condanna per truffa per uno che non era pagato? Truffa di cosa? Non una lira,chiaro? Mai sentito parlare di sentenze ingiuste?».
«Sono costretto a chiedermi - sottolinea Sgarbi - a che titolo e con quale dignità parla il rappresentante locale di un partito (il M5s, ndr) fondato da un pregiudicato condannato in via definitiva per omicidio, assassino di tre persone (Beppe Grillo, ndr)? Il medesimo fondatore, che io ben conosco, ha compiuto la sua benemerita azione politica attraverso l’uso sistematico dell’offesa, dell’insulto, della parolaccia e del programmatico “vaffa”. Un mio epigono o un mio simile. Ricorderò soltanto l’attacco insensato al grande oncologo Umberto Veronesi, chiamato dal Grillo “Cancronesi”; per non parlare della lunga campagna, poi ritrattata, sui vaccini. Non si vergogna di rappresentare quelle posizioni politiche oscurantiste, nel civile Trentino vaccinato e all’avanguardia nella medicina, il consigliere di Cinque stelle? Credo invece che un, pur piccolo, politico locale dovrebbe entrare nei contenuti e verificare, nelle mie funzioni pubbliche, ciò che ho realizzato nel merito, al di là della mia presenza fisica. Ma sarò presente - ribadisce Sgarbi - perché amo il Trentino e gli uomini onesti e autentici che lo popolano, e il meraviglioso paesaggio che va difeso da aggressioni e da ignoranza».
Circa il presunto cumulo di cariche e ruoli, Sgarbi ricorda di essere stato, «oltre che deputato italiano ed europeo, sottosegretario ai Beni culturali, presidente della commissione Cultura della Camera, sindaco di Sanseverino, Salemi e Sutri, assessore alla Cultura di Milano, Sanseverino, Cosenza, Urbino, alto commissario a Piazza Armerina, assessore alla Cultura della Regione Sicilia, soprintendente alle belle arti di Venezia; e ancora sono stato direttore del padiglione Italia alla Biennale di Venezia, direttore del settore arte del festival di Spoleto, commissario, attualmente, per le arti ad Amelia, presidente, attualmente, della Fondazione Canova; oltre a scrivere, da sempre, su molti giornali e ad aver pubblicato circa duecento libri e innumerevoli, nell’ordine delle centinaia, cataloghi. Non ho mai chiesto niente. Vorrei dire, anche se il paragone è azzardato: perché, per giudicare l’attività di Caravaggio o di Egon Schiele, non si fa riferimento alle loro ben più gravi situazioni giudiziarie: l’uno assassino, l’altro pedofilo? Perché, per giudicare una persona, si valuta il suo merito specifico, quello che ha fatto, la sua opera. Ecco: io suggerirei al consigliere di leggere qualche mio libro e di vedere, da Aosta a Catania, quante iniziative e mostre si devono al mio impegno come ideatore o curatore. In ogni parte d’Italia. E a Parigi, Vienna, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro, Melbourne, Sidney e Vittoria. E in tutti gli istituti di cultura del mondo, dico tutti. Aggiungo che sono anche presidente della fondazione Cavallini-Sgarbi, dotata di una grande collezione d’arte che, prima di essere nominato presidente del Mart, si era programmato di esporre a Castel Caldes. E ancora osservo: l’atteggiamento, lo spirito, il linguaggio, del suo leader maximo, grazie al quale il consigliere è stato eletto, rappresentano forse una testimonianza di “dialogo democratico in maniera pacata e aperta”?».
«Basta coi sussurri e i pettegolezzi - conclude Sgarbi - di chi dichiara che “Sgarbi avrebbe conosciuto e intessuto rapporti col presidente Fugatti durante il periodo della comune militanza parlamentare sui banchi della destra in Parlamento”. Niente di più falso: io sono stato in Parlamento dalla XI alla XIV legislatura, prevalentemente, come ora, nel gruppo misto; Fugatti dalla XV alla XVI, nel gruppo della Lega. Io non l’ho mai conosciuto e mai visto in Parlamento. Neanche nella XVIII, che egli ha percorso per un tratto, formalmente, fino alla elezione alla presidenza della Provincia di Trento, stando però dalla parte del governo, come sottosegretario alla Sanità. Io l’ho visto la prima volta solo il giorno che si è dimesso, incontrandolo a Brentino Belluno per andare insieme al Mart per la mostra della Sarfatti. Lì mi ha rivelato le sue intenzioni. Nessuna conoscenza. Nessuna complicità politica. Per le insinuazioni del consigliere 5 stelle, che tanto ama l’infallibile magistratura, ma non si documenta, non resta che la querela per diffamazione. Cosi potrà anche felicemente essere condannato».