Depuratore di fanghi, tre quartieri di Rovereto in rivolta
«No alle 80 mila tonnellate annue di fanghi e metalli pesanti e al traffico di circa 10 camion che ogni giorno porteranno da tutta la provincia le sostanze altamente inquinanti per l’impianto di smaltimento a Rovereto, che è costato circa 15 milioni di euro, compreso il recente ammodernamento».
È partita l’altra sera dalla circoscrizione di Marco la lotta di opposizione alla decisione della giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti che ha riaperto lo stabilimento per la lavorazione dei rifiuti speciali.
Ma, a quanto pare, il fronte è destinato ad allargarsi per unire le energie anche delle altre circoscrizioni coinvolte di Sacco e di Lizzanella.
Ha proposto Andrea Vaccari al consiglio circoscrizionale: «Chiedo un’investitura per avviare un’azione di contrasto a questo progetto».
Alla serata ha partecipato l’assessore all’ambiente e alla mobilità Carlo Plotegher che ha spiegato le ragioni della ferma opposizione della giunta guidata dal sindaco Francesco Valduga: «La riattivazione dell’impianto crea perplessità per le emissioni odorigene. Non solo, non esistono analoghi impiantì altrove per poter fare un confronto adeguato. Infine, la giunta Fugatti ha deciso di convogliare tutti i rifiuti speciali dall’intera provincia a Rovereto. Si creerebbe un andirivieni di mezzi pesanti».
Come è noto, l’amministrazione Valduga, anche grazie all’impegno della circoscrizione di Lizzana, da appena un anno è riuscita a far diminuire le emissioni maleodoranti della Sandoz che per diverso tempo hanno ammorbato l’aria di Lizzana.
È facile prevedere che tutto si vuole a palazzo Pretorio, fuorché ricominciare un’altra lotta, questa volta contro lo stabilimento della wet oxidation della Ladurner Spa. È nota la storia travagliata di questa struttura. L’impianto è stato concepito nel 2007, quando fu data l’autorizzazione dagli organi della Provincia. Ma nel 2011, appena avviata l’azienda, nacquero i primi problemi. Dopo appena un mese ci fu uno scoppio. Dopo l’arrivo delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco si decise di bloccare l’attività fino alla decisione di riaprire l’impianto, dopo la conclusione i lavori di rifacimento costati 6 milioni di euro.
Ha ricordato ancora l’assessore Plotegher alcuni aspetti importanti che hanno permesso di portare a soluzione il problema della puzza emessa dalla Sandoz-Novartis: «Vi era un vuoto normativo in Trentino in merito ai controlli da effettuare per la tutela dell’ambiente. Siamo riusciti ad avere le linee guida provinciali e ad allestire il naso elettronico che ha rilevato in modo costante le emissioni. Alla fine i privati hanno dovuto mettersi in regola».
Infine, tutto sembra far pensare che sarà battaglia fra il fronte unito delle circoscrizioni di Marco, Lizzanella e Sacco, sostenute dalla giunta Valduga contro la Provincia guidata da Maurizio Fugatti.
Ha confermato Carlo Plotegher l’appoggio dell’amministrazione: «In base al regolamento, le tre circoscrizioni hanno piena facoltà di assumere questo tipo di iniziative».