Allarme degli esperti: dopo la tigre ecco la zanzara coreana
Quando ormai pensavate di sapere tutto su come difendervi dall’invasione della zanzara tigre, ecco che, sempre dall’Asia, arriva un nuovo insetto: la zanzara «coreana». Gli esperti del Museo civico di Rovereto ne hanno già catturato qualche esemplare l’anno scorso, con le trappole posizionate in città e in diversi Comuni della Vallagarina, per monitorare gli esemplari adulti di zanzara tigre, ma si aspettano un aumento del numero di rilevazioni e quindi nuove informazioni riguardo all’insetto nei prossimi mesi, quando reinizierà il monitoraggio, esteso quest’anno anche al comune di Brentonico. «Brentonico è uno dei dieci comuni lagarini, a cui si aggiungono i sette comuni dell’Alto Garda e Ledro, che parteciperanno al prossimo monitoraggio sulla zanzara tigre che curiamo come Museo civico di Rovereto» spiega Gionata Stancher, responsabile per la zoologia del museo di largo Santa Caterina.
«Siamo molto contenti che sia entrato a far parte delle rete del monitoraggio perché sarà interessante raccogliere dati su un territorio così diverso. Sull’altopiano cercheremo di capire in particolare se sono in arrivo altre specie, come appunto la zanzara tigre coreana che ha la particolarità di vivere anche oltre i 600 metri d’altitudine».
Per un Comune che entra a far parte del monitoraggio, ce n’è un altro che esce: Isera non fa più parte della rete. Questione di bilancio, ha motivato l’amministrazione comunale. Il problema, fanno notare dal Civico, è che se il territorio sul quale opera il museo in questo progetto non è omogeneo, i Comuni che «lasciano» rischiano di vanificare anche il lavoro degli altri. Nei territori seguiti dal museo infatti vengono trattati tutti i luoghi pubblici e viene fatta un’informazione capillare tra la cittadinanza per fare in modo che anche i privati collaborino, mettendo in atto tutti quei comportamenti che cercano di limitare la proliferazione del fastidioso insetto. Se però ci sono zone del territorio in cui questo non viene fatto, le zanzare proliferano e naturalmente si spostano anche nei Comuni limitrofi.
La zanzara coreana, che i ricercatori della Fondazione Mach hanno notato per la prima volta in Trentino (in Bassa Valsugana proveniente dalla provincia di Belluno) si adatta di più al freddo rispetto alla tigre e vive anche nei boschi. Si nutre infatti più di sangue di animali selvatici, quali volpi e caprioli che di quello dell’uomo. «Quello della zanzara non è un problema risolvibile, ma si può contenere. Per questo il nostro museo collabora anche con la Fondazione Mach e con il Muse - sottolinea Stancher. - Condividiamo i dati, organizziamo riunioni e lavoriamo insieme per cercare di ottenere i risultati sperati». Il 2018, come spiegano gli esperti, è stato un anno particolarmente duro per la lotta alla tigre. «Abbiamo avuto un’estate calda e prolungata, con temperature alte fino ad ottobre. Il caldo alternato a piogge, tipico di un clima tropicale, crea le condizioni ottimali per il prolificare delle zanzare».