Muore in piscina a Mestre per un malore Pietro Passarella diciannovenne di Rovereto
Terribile incidente sabato sera nella Piscina Mestre Centro nell’omonima città veneziana: Pietro Passarella, vent’anni, di Rovereto ha perso conoscenza a causa di un malore. Trasferito d’urgenza all’ospedale «Dell’Angelo» è stato dichiarato morto domenica: nella notte gli sono stati espiantati gli organi.
La sua famiglia e la città piangono un ragazzo pieno di vita, solare, con una passione incontenibile per la matematica, la musica e la filosofia, aperto al mondo, circondato di amici e già con una storia importante. Terminato il liceo Rosmini si era infatti trasferito a Mestre dove aveva messo su casa con la fidanzata e da cui raggiungeva Padova dove aveva iniziato l’università.
Pietro era nato a Manchester, in Inghilterra, ma quando aveva due anni e mezzo la famiglia era rientrata in Italia e da dodici anni orami era a Rovereto. Aveva trascorso il quarto anno di liceo all’estero in Argentina, a Casilda, una cittadina vicino a Rosario, ed era stata un’esperienza molto profonda ed importante. «Come famiglia siamo uniti, condividiamo le scelte dei nostri figli e sosteniamo i valori in cui crediamo», dicono i genitori, straziati da un dolore tanto enorme quanto difficile da comprendere.
Pietro, che avrebbe compito vent’anni il prossimo 21 maggio, era un ragazzo molto sportivo, aveva praticato per dieci anni judo, e gli mancava pochissimo per ottenere la cintura nera. Aveva iniziato a nuotare a 4 anni, e l’acqua era il suo elemento. Faceva lunghissime camminate in montagna, suonava diversi strumenti, tra tutti il pianoforte e il basso elettrico, e amava comporre musica. Anzi, in futuro, quella era una delle strade che avrebbe voluto percorrere. «Quello che mi piaceva di lui - ammette il padre - era la voglia di fare sempre qualcosa di nuovo, era curioso e brillante». «Era un ragazzo dotato di una grande profondità e generosità» aggiunge la madre. Ed un tema delicato come quello della donazione degli organi era già stato affrontato in famiglia, tanto che lo stesso Pietro, già iscritto anche nei registri dell’Associazione midollo osseo, aveva fatto sua questa scelta.