I giovani di Terragnolo scrivono a Fugatti: assurdo fare qui la Valdastico
Il presidente della giunta Fugatti vuole fare partire al più presto gli scavi dell’autostrada Valdastico, e propone di far uscire il tunnel a Terragnolo. Così i giovani del Piano Giovani di Zona («Banda Bassotti») hanno preso carta e penna e gli hanno scritto una lettera. Eccola qui.
Terragnolo, 17 giugno 2019 Innanzitutto ci presentiamo: siamo la Banda Bassotti, un’ associazione che raggruppa 25 ragazzi, a Terragnolo. Siamo nati più di 10 anni fa e da allora il gruppo è sempre cresciuto, motivato dalla voglia di stare insieme, di portare quella vivacità che caratterizza noi giovani tramite appuntamenti durante il corso dell’ anno. Ci siamo ‘cimentati’ nell’ organizzazione di momenti culturali e goliardici, come feste musicali. Ci teniamo a non dimenticare il passato, le nostre origini, così abbiamo lavorato anche sul recupero delle tradizioni locali.
Il punto da cui vogliamo partire è proprio questo. Terragnolo è da sempre stato un paese in cui chi ci viveva l’ ha fatto con fatica, col sudore. Un tempo i nostri ‘vecchi’ avevano provveduto ad un lavoro certosino con il terrazzamento dei pendii, che aveva permesso loro di coltivarli. Ortaggi, alberi da frutto, vigne.
Proprio in questi giorni ha luogo il Festival ‘Sassi e non solo’, promosso da Terragnolo Eventi, che richiama squadre dall’ Italia, dall’ Europa ed oltre, per una sfida sulla costruzione degli stessi.
Con cadenza biennale viene organizzata la ‘Camminata delle Teragnole’, che ripercorre il sentiero che le Scotinere, abitanti di Scottini, frazione confinante con la vicina Folgaria, facevano ogni mattina all’ alba, fino a Rovereto, per poter scambiare qualche prodotto dell’ orto, uova, fiori, funghi con altri beni di prima necessità, o qualche moneta.
Si narra che gli abitanti di Terragnolo venissero sepolti in piedi perché, anche da morti, il tempo per riposare non c’era.
Tutto ciò che è sorto a Terragnolo è stato fortemente voluto, faticato, guadagnato.
E chi ha deciso di continuare a stare qui, a ristrutturare casa, a costruirne una, lo fa perché ama tutto di questo posto. Abbiamo una natura incredibile che entra nelle nostre case, tanto che la Valle, in particolare la parte finale verso Zoreri, è stata paragonata da qualcuno alla Nuova Guinea per la prorompenza del nostro verde. Gli animali selvatici si affacciano alle nostre porte e sono i benvenuti.
A noi piace questo, apprezziamo il silenzio, la solitudine che ci regala il nostro Paese. Amiamo sentire il torrente Leno che scorre nel fondovalle, i cervi in amore che a settembre bramiscono nel prato dietro casa, i camosci che soffiano se ci si avvicina troppo...
…E non possiamo nemmeno lontanamente pensare che in nome di non-si-sa-cosa (interessi economici che a quanto pare non sono condivisi neanche dagli industriali?) tutto questo ci venga sottratto. Tutto spazzato via. Anzi, asfaltato. Stiamo cercando di promuovere un territorio fantastico, incontaminato, dove , in punta di piedi, stanno arrivando alcuni turisti, amanti come noi di un posto che ha resistito al tempo, anzi è senza tempo. Qualche ‘cittadino’ sta cambiando rotta di vita, sta tornando su, consapevole che i ritmi della città, il caos, lo stress, l’ inquinamento, non possono che peggiorare la qualità di vita, in un mondo dove ormai ci stiamo uccidendo con le nostre stesse mani.
Qualche attività si sta quindi facendo strada. Incentiviamo questo ritorno!
NO! Meglio l’ asfalto!
I Paesi intelligenti, lungimiranti, hanno capito che la tendenza a fare un passo indietro, limitando l’ inquinamento, il trasporto su gomma, le emissioni da fonti fossili, equivale a farne tre in avanti.
Noi NO! Meglio la controtendenza: la costruzione di un’ autostrada, oltretutto in un posto assurdo, con nessuna funzionalità logistica logica, per non parlare dell’ impatto idrogeologico!
Lo spopolamento, la distruzione, l’ annientamento, la morte di un Paese...ecco a cosa si arriverebbe inevitabilmente. Eppure all’ ultimo appuntamento degli Stati generali della Montagna si parlava e si incentivava proprio il contrario (anche se pure il Passo Sella è stato recentemente derubato dalle giornate di fermo del traffico motorizzato) … Opportunità di lavoro, opportunità turistiche … tante pillole dorate che nessuno si beve.
A noi va bene spostarci fino a Rovereto, Trento e dintorni, per lavorare, avendo deciso di vivere qui.
L’ eventuale, ottimistica, previsione di una decina di posti di lavoro in più che andrebbero a crearsi, da chi sarebbero occupati se gli abitanti si spostassero in luoghi più felici? Ed il turismo che una tale opera porterebbe? Crediamo che nessuno si sogni di trascorrere nemmeno un giorno di vacanza in una valle attraversata per intero da un viadotto volante di sei corsie!
Noi desideriamo che la nostra Valle sia conosciuta e frequentata da un turismo sostenibile, per questo chiediamo da ormai molti anni la realizzazione di una pista ciclabile lungo le rive del Leno.
A quanto pare non è fattibile, per problemi idrogeologici.
Com’è quindi possibile un NO alla costruzione di una via, un sentiero o poco più, un mattone per lo sviluppo, e dall’ altro lato l’ assoluta volontà di realizzare un’ infrastruttura di tale impatto, che andrebbe a toccare, anzi devastare un territorio ad alto rischio idrogeologico, scavando una galleria degna di confronto per lunghezza e dimensioni con il Tunnel du Mont Blanc, in rocce carsiche, cave, ricchissime di depositi e corsi d’ acqua, sbucando praticamente in corrispondenza della sorgente che oltretutto alimenta Folgaria ed il suo indispensabile innevamento invernale; per serpeggiare in aria e rituffarsi poi in rocce stracolme di acqua, attraversando e spaccando faglie, sorgenti, depositi indispensabili per lo Spino, la Vallagarina ed i suoi abitanti. Non va infatti dimenticato che il Pasubio, decretato Zona Sacra per gli avvenimenti storici a cui ha assistito, è la fonte di approvvigionamento idrico della Vallagarina. Le sorgenti, localizzate in punti molto distanti tra loro e spinte almeno fino al Rifugio Papa, confluiscono nell’ acquedotto dello Spino, che ha un ruolo unico, fondamentale, insostituibile per Rovereto ed i comuni circostanti.
Per finire, infine, ad innestarsi su un’ A22 ormai al collasso all’ altezza di Marco, o addirittura più a sud, ad Ala, a qualche decina di minuti da Verona. Quale sia il vantaggio è un mistero, visto che l’ obiettivo primario è sempre stato di portare il traffico a nord. Il rischio quindi potrebbe essere quello di costruire una via di collegamento, inutile, inutilizzata, oltre che uno scempio.
Alla luce di queste considerazioni documentate, invitiamo chi ci rappresenta e vuole fortemente la realizzazione di quest’ opera, a trovare il tempo di venire a Terragnolo, per prendere visione della Valle e della sua ostica conformazione, per conoscere la nostra realtà, le opportunità che offre, e senz’ altro per godere della natura vera, rigogliosa, indisturbata, fatta di suoni e profumi, di momenti emozionanti, senza prezzo.
Concludiamo con uno spunto di riflessione … Il gioco vale veramente la candela??
Salutiamo distintamente Erica Gerola, rappresentando La Banda Bassotti