Comune, la maggioranza fatica Sull'edilizia non ci sono i numeri
Ad un anno dalle elezioni la maggioranza di Francesco Valduga rischia di cadere, anzi di scivolare su una buccia di banana. Il braccio di ferro avviato con la delibera sulla concessione di crediti edilizi per realizzare un condominio in via Bellavista ha infatti rotto gli argini. E a spingere per abbattere i muri è stato soprattutto l'assessore all'urbanistica Maurizio Tomazzoni che ha indispettito tutta l'opposizione e pure parte dei civici al suo fianco. Risultato: dopo le crepe aperte dai primi dissidenti in una compagine di governo che sembrava granitica, adesso l'opposizione ha imparato a fare squadra ed è consapevole che basta una spallata nemmeno tanto forte per far cadere l'amministrazione. E il tutto a ridosso della corsa alle urne per rinnovare la guida della città. Chiaro che a perderci sarebbero soprattutto il sindaco e il movimento civico. Perché l'idea di fondo è confermarsi sulla poltrona più prestigiosa di palazzo Pretorio per poi puntare alla Provincia. Ma una delibera urbanistica, anche di poco conto tutto sommato, rischia seriamente di far crollare il castello di carte. E la debolezza è stata decisamente annusata dalle minoranze che sono pronte ad azzannare e mandare tutti a casa.
I primi a dare picconate sono proprio i coinquilini di Valduga. Stavolta sono in tre: Alessandro Soini, Elisa Colla e Daniele Lanaro . Civici, si badi bene, assolutamente trasversali, da sinistra a destra. Campanellini di allarme per un progetto civico che, stando ai numeri, sta tramontando. E se il capro espiatorio è l'assessore all'urbanistica Maurizio Tomazzoni dietro di lui, nemmeno tanto nascosto, c'è proprio il sindaco.
«Nessuno ha tirato il sasso e ha nascosto la mano: - contestano i civici dissidenti - con senso di responsabilità i consiglieri comunali esprimono un parere e cercano di fare il meglio per la propria città. I crediti edilizi altro non sono che una sorta di aspettativa edificatoria che necessita dell'intervento della pubblica amministrazione ed in questo caso del Comune. E se il consiglio comunale ritiene che l'atterraggio dei crediti in una determinata zona comporti un'alterazione delle caratteristiche tipologiche disposte dal Prg in quella zona è possibile intervenire negando detto intervento. Diversamente, ci troveremmo con una pianificazione ad iniziativa privata del tutto fuori controllo e contraria ai dettami del Prg vigente. Oltre ai limiti normativi, vi è comunque un superiore interesse pubblico che può e deve essere tutelato, anche in eventuale contrapposizione ad un legittimo interesse privato. Nessun desiderio di penalizzare un singolo proprietario, ma la ricerca di difendere il superiore interesse pubblico».
La richiesta delle votazione nominale ha aperto uno squarcio. «La provocazione è parsa inaccettabile e fortemente significativa delle modalità che adotta quella che avrebbe dovuto essere la giunta delle relazioni. Se già il sindaco aveva battezzato come pretestuosa ed in mala fede la richiesta di alcuni consiglieri comunali di un incontro con il presidente Fugatti volto all'individuazione di una strada di attraversamento della città per risolvere i problemi del traffico, ora l'uscita dell'ass. Tomazzoni pare in linea con le inopportune considerazioni del sindaco. Si auspicava che una compagine civica potesse operare come raccoglitore di idee diverse, di confronto, di dialogo volto alla ricerca della soluzione migliore: la realtà purtroppo è che l'unico pensiero è quello del sindaco e della giunta e che eventuali proposte diverse non meritino nemmeno un confronto in quanto preliminarmente battezzate come pretestuose ed inaccettabili».
Anche Paolo Vergnano del gruppo misto tuona ma, soprattutto, recita il «de profundis». «In un'aula democratica non si parla di competenze tecniche ma politiche. La questione è che questi non hanno più la maggioranza e vogliono darci lezioni: per far passare questa delibera o convincono qualcuno a passare dall'altra parte o non passerà mai in consiglio comunale. C'è arroganza politica ma adesso la maggioranza è finita. Mi spiace per loro ma stanno scoppiando su una delibera marginale».