Scritte No-Pirubi al Trincerone: duemila euro di spesa per ripulire la vernice
La «bravata» dei soliti ignoti - anarchici o folli senza bandiera ideologica poco importa - è costata alla collettività quasi duemila euro. Tanto ha speso il Comune per cancellare le scritte ingiuriose tracciate sul Trincerone. La cifra esatta è di 1.830 euro per mandare la Pulirapid a restituire dignità al presidio sul monte Zugna.
Il raid degli idioti di turno, come si ricorderà, risale al 21 agosto. Qualcuno, quella notte, si divertì a lasciare il segno, ovviamente alla vigliacca: vernice rossa e una serie di scritte contro la Valdastico ma anche contro il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, in sintonia con la moda della politica attuale, che passa in un attimo dalla critica all’attacco personale. Lui, il governatore, ha ostentato tranquillità ma non ha minimizzato la gravità: «Trovo il gesto preoccupante ma non perché è stato usato il mio nome, quanto piuttosto perché le scritte sono state fatte in un luogo di importanza storica».
Al Trincerone, sullo Zugna, c’è un sistema di trincee e gallerie risalenti alla Grande Guerra, recuperate pochi anni fa nell’ambito di un progetto costato, all’epoca, parecchi soldi e ancor più dibattito sull’opportunità di realizzare quell’opera e in quel modo.
Il polverone sollevato, però, come al solito si è sedimentato e nessuno ha più avuto qualcosa da obiettare. Il silenzio, però, è stato rotto una decina di giorni fa quando sul cemento del manufatto, come detto, sono comparse delle scritte. Inequivocabile la protesta, altrettanto chiaro il bersaglio: «No Valdastico», slogan ripetuto più volte, da una parte, e frasi contro il presidente Fugatti dall’altra. Evidente, in questo caso, il riferimento alle “trivelle”, e quindi alle gallerie necessarie per la realizzazione della Valdastico, in caso si scegliesse il tracciato con l’uscita a Rovereto Sud e la teoria di viadotti capaci di devastare le valli del Leno.
A protestare contro la A31 Nord in Bassa Vallagarina sono tanti, tra forze politiche, amministratori locali, semplici cittadini. Ma nessuno, al di là della raccolta firme e delle serate informative, si è mai preso la briga di lerciare quello che, a tutti gli effetti, è una sorta di monumento. Ma il colore e i toni usati hanno fatto pensare all’area anarchica. Per la modalità espressiva, chiaramente, anche se firme o rivendicazioni non ne sono mai arrivate. E quindi resta un’ipotesi come un’altra: non ci sono elementi per avere certezze. Quel che è certo è che qualcuno ha deciso di farsi sentire in questo modo. Riuscendo nel miracolo di mettere d’accordo tutti: non c’era forza politica, dopo la scoperta dell’imbrattamento, che non condannasse il gesto. Che è un’offesa a Fugatti e un’offesa al luogo. Perché il Trincerone non è il muro scrostato di un edificio abbandonato, è un luogo della memoria. Ha un significato che dovrebbe andare al di là delle beghe contingenti. E infatti il Comune di Rovereto si è mosso subito non appena ha saputo cos’era accaduto.
Palazzo Pretorio ha organizzato la cancellazione delle scritte su disposizione urgente del sindaco Francesco Valduga e su coordinamento dell’ufficio tecnico. Proprio il primo cittadino, dopo il raid vandalico, aveva espresso solidarietà a Fugatti: «Condanno la stupidità di chi si rende autore di tali oltraggiose azioni che vanno anche a deturpare un luogo della memoria ed esprimono quindi una duplice mancanza di rispetto. Sono azioni ignobili, che condanniamo con fermezza». Perché è questo il punto. La protesta ha deturpato un luogo che dovrebbe, in teoria, suscitare più riflessione che azioni sconsiderate. Anche perché, messaggi filosofici a parte, alla collettività il ripristino del sito è costato quasi duemila euro. Soldi di tutti, versati per l’idiozia di qualcuno. N.G.