Campo nomadi recintato contro il lancio di rifiuti

di Nicola Guarnieri

Il campo nomadi dei Lavini è stato recintato o, meglio, è stata eretta una protezione per difendere i terreni di privati che confinano con il villaggio dei sinti. L’intervento voluto dal Comune è una risposta concreta all’anno problema dell’abbandono dei rifiuti lungo il rio Coste. La tutela, garantita dai new jersey e da una rete, è infatti stata decisa come protezione ambiente.

Il muro è lungo 30 metri e alto 2,5. Il costo dell’operazione, affidata all’impresa Dega Sas, è stato di 18 mila euro. I lavori, come detto, si sono resi necessari per scongiurare l’incessante dispersione di monnezza anche pericolosa da parte, di questo sono convinti a palazzo Pretorio, degli abitanti del campo della Mira. Insomma, il piano di recinzione è da imputare alla salvaguardia del rio Coste. Che è oggettivamente a rischio. Tanto da dover sottostare di quando in quando a costose bonifiche per eliminare l’incubo di rifiuti non ben identificabili che potrebbero minare l’acqua non solo del ruscello che, attraverso la zona industriale, si tuffa in Adige ma del fiume stesso.

Dopo una prima rigorosa pulizia costata 400 mila euro, il Comune ha dovuto riprendere in mano la questione lindore dell’area dentro il parco dei Lavini a causa di non ben identificate sostanze chimiche impiegate per incendiare una roulotte e appiccare altri roghi circoscritti. Proprio i residui di combustione hanno fatto scattare il campanellino d’allarme.

Di qui l’avvio dell’ennesima caratterizzazione del suolo, con scavi, trincee e analisi. Una spesa minima ma che comunque finisce sul mucchio danaroso già impiegato per rimuovere liquami e immondizia varia che aveva trasformato un luogo ameno in una discarica a cielo aperto. Gran parte della colpa, sostengono come detto in piazza del Podestà, è proprio del campo nomadi che usa il Coste come pattumiera. Compreso l’ultimo intoppo, la roulotte bruciata. Di qui l’esigenza di porre un freno all’inciviltà. Con l’«isolamento» del paesello degli zingari per impedire loro di sfruttare il Rio e i terreni limitrofi come un cassonetto.

«L’amministrazione - confermano all’ufficio tecnico - ha ritenuto necessario procedere alla delimitazione delle aree di proprietà comunale sede del campo nomadi da quelle di proprietà limitrofe. L’intervento intende regolamentare l’accesso sia dei residenti al campo sulle aree private sia di persone e mezzi non autorizzati, al fine di arginare fenomeni di abbandono e smaltimento rifiuti».

Avanti, dunque, con la delimitazione affidata ad elementi modulari rimovibili in new jersey con sopra una recinzione metallica in ferro zincato in modo da garantire un’altezza complessiva di 2,50 metri ed evitare, si spesa, lancia di immondizia oltre la barriera. I lavori sono già stati eseguiti ed ora, all’appello, mancano solo due sbarre metalliche che saranno montate in corrispondenza degli accessi alla proprietà demaniale sulla sponda sinistra del rio Coste.

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