Omicidio di Eleonora Perraro: il marito Marco Manfrini ora rischia l'ergastolo
A distanza di dieci mesi da quella terribile notte del 5 settembre scorso, quando nel giardino di un locale di Nago, il bar “Sesto Grado” venne uccisa la 43enne Eleonora Perraro, il pubblico ministero della Procura di Rovereto Fabrizio De Angelis ha chiuso le indagini. Giovedì scorso, dopo il lungo confronto in cui sono state discusse le quattro diverse perizie sulla capacità mentale dell’unico indagato per quella orribile morte, il marito Marco Manfrini, il pm ha ritenuto di avere abbastanza elementi probatori per chiedere di passare alla fase processuale.
Ora il cinquantenne roveretano, che si trova agli arresti domiciliari nella casa di Rovereto per motivi di salute, è ufficialmente l’unico sospettato di quella morte violenta e si dovrà difendere dall’accusa di omicidio volontario aggravato. La pena che rischia, se l’accusa dovesse essere confermata in dibattimento, è l’ergastolo.
Gli indizi che sono stati raccolti in tutti questi mesi a suo carico dagli investigatori sono arrivati soprattutto dagli esami scientifici.
Dall’autopsia che è stata fatta sulla donna e dagli esami tossicologici che hanno svelato che tutti e due quella notte a Nago avevano bevuto molto alcol.
Poi ci sono state le indagini telefoniche sui cellulari di entrambi e gli esami effettuati dai Ris di Parma, il reparto speciale dei carabinieri, che ha confermato la presenza del Dna di Eleonora Perraro sulla dentiera di Marco Manfrini, trovata in terra nel giardino del bar il giorno della scoperta del cavadere della donna. Una prova che potrebbe rivelarsi schiacciante a carico di Manfrini, dal momento che tra i segni trovati sul corpo della donna ci sono anche dei morsi.
Infine ci sono le perizie sulla capacità mentale dell’uomo, quattro perizie diverse per stabilire se era in grado di intendere e di volere quella notte.
Marco Manfrini, come detto, attualmente si trova agli arresti domiciliari. Dall’aprile scorso, quando dal carcere lo hanno spedito a casa perchè considerato a rischio contagio coronavirus per le sue condizioni di salute in cui si trovava. Quando la notizia è trapelata, quando si è saputo che il sospettato della morte della moglie poteva godere della misura degli arresti domiciliari, ha suscitato molto scalpore in città e non solo. Ha acuito il dolore della famiglia di Eleonora Perraro, provata dalla tragedia e dai mesi che ha dovuto attendere anche solo per dare degna sepoltura alla salma della donna, sotto sequestro giudiziario.
Ora la chiusura delle indagini, un atto più che altro formale a questo punto della vicenda ma che di fatto chiude un importante e lungo capitolo.
Il prossimo porterà Marco Manfrini in aula a difendersi dalla pesante accusa: quella di aver ucciso volontariamente la sua compagna di vita in una notte di fine estate folle, tra alcol e violenza. Da quella mattina in cui venne scoperto il corpo gli occhi sono puntati su di lui. Quelli di Eleonora sono chiusi per sempre.