Funivia da Rovereto a Folgaria: al via con il progetto di fattibilità
Quando lo scorso novembre l’Adige diede la notizia, la reazione di tanta parte della città fu un misto tra sorpresa e scetticismo. L’idea, lanciata a fine 2019 dall’Unione Commercio e Turismo del presidente Marco Fontanari, di un collegamento a fune tra Rovereto e Folgaria era stata percepita dai più come una delle tante “sparate” che a Rovereto, soprattutto in ambito infrastrutturale (dalle tangenziali est ed ovest ai megatunnel, fino alle rotonde sotterranee, ecc.), si sentono di continuo. Beh, questa volta è diverso. Sia chiaro: magari anche in questo caso alla fine non si farà nulla. Ma almeno i protagonisti di questa vicenda sono determinati a verificare davvero la possibilità di collegare la città della Quercia agli Altipiani cimbri. E la prova del nove del fatto che c’è chi “ci crede davvero” è data dal fatto che ci abbiano messo soldi loro. Senza chiedere un euro - almeno per il momento - al pubblico.
È stato da pochissimo costituito il “Consorzio sviluppo turistico Rovereto e Folgaria”. A comporlo, oltre all’Unione, altri quattro soggetti privati.
Bocche cucite sull’identità dei consorziati. Dall’Unione non trapela nulla: vogliono mantenere l’effetto sorpresa, visto che contano di presentare prossimamente in grande stile il progetto alla città, coinvolgendo anche le istituzioni delle due comunità. L’unico indizio è che si tratta di quattro società con sede in Trentino attive nel settore di progettazione e costruzione, e che hanno versato per ora nel consorzio ventimila euro ciascuna; quindi con i 40mila euro versati dall’Unione, il consorzio nasce con 140mila euro di fondo cassa. Fondi che saranno investiti nella prima serie di analisi di fattibilità dell’opera. Fattibilità tecnica e, soprattutto, economica: ancor prima del livello ingegneristico, si studierà infatti il progetto di investimento dal punto di vista del potenziale ritorno finanziario: flussi turistici, prospettive di crescita di medio e lungo termine, criticità, anche quelle legate alla pandemia da Covid.
Nell’attesa delle risposte dei tecnici interpellati, vale la previsione che in ogni caso l’investimento non potrà certo ridursi alla mera costruzione di una funivia, che sarebbe comunque un’opera mastodontica, tra le maggiori in Italia se non in Europa; ma comporterebbe anche importanti mosse immobiliari accessorie, come due o tre nuove grandi strutture alberghiere in quota, e grandi nuovi parcheggi di attestamento in valle. Naturale quindi che fin dall’inizio il neonato consorzio punti ad avere dalla sua le amministrazioni comunali e provinciali.
Da questo punto di vista sarebbe interessante il pensiero di Fugatti sul progetto, visto che di suo la giunta provinciale sta ragionando di fare arrivare a Folgaria direttamente l’autostrada, dallo svincolo di Terragnolo della futura, temutissima, A31 della Valdastico.
«Certamente è un’operazione che potrebbe cambiare il volto della città, che sicuramente garantirebbe sviluppo e posti di lavoro - dichiarava a fine novembre 2019 Fontanari -. I mondi economici di Folgaria, dove abbiamo tanti iscritti, vedrebbero bene questa iniziativa e noi crediamo che porterebbe grande sviluppo anche in valle, perché renderebbe l’altopiano facilmente raggiungibile e lo trasformerebbe nel primo carosello che si incontra, venendo dal resto d’Italia, in Trentino.