Domenica prossima arriva il nuovo parroco Maffeis «però niente festa»
«Però niente festa»
Sarà un passaggio di testimone semplice, ma non per questo meno significativo, quello che avverrà domenica prossima, il 25 ottobre, tra don Sergio Nicolli e don Emanuele Cozzi che lasceranno le loro parrocchie nelle mani di don Ivan Maffeis, che torna in Trentino dopo dieci anni in Vaticano. Avverrà durante la messa che sarà celebrata alle 15 nella chiesa di San Marco, alla presenza però soltanto di 150 invitati. Prenderanno parte alla celebrazione i consigli pastorali e degli affari economici, i catechisti ed i ministri dell’eucarestia, alcuni giovani a nome dei diversi gruppi ed una rappresenza della famiglie: più in generale le persone che rappresentano le comunità cristiane che avranno in don Ivan il loro nuovo punto di riferimento.
«Facciamo un’acoglienza tra i due parroci che vado a sostituire e me, si tratterà di un momento fraterno» spiega don Ivan Maffeis. «Sarà un passaggio sereno, un segno davanti alle comunità che vale più di tanti discorsi. Ed io sono ben felice che sia così. Manterremo un profilo basso e contenuto anche per via della pandemia». In chiesa dunque l’accesso sarà limitato, proprio come avviene ora anche per le celebrazioni ordinarie. Ma per chi vorrà partecipare unendosi alla preghiera ci sarà la possibilità di seguire una diretta streaming, di cui si occupa la parrocchia di Noriglio che ha gli strumenti più adatti per poterlo fare. Basterà connetersi al sito internet dell’oratorio e accedere alla sezione web radio.
Noriglio e Terragnolo infatti sono le comunità che vanno ad allargare la già numerosa unità pastorale di Rovereto, che unisce già dai tempi di don Sergio Nicolli le chiese di San Marco e Sacra Famiglia a Trambileno e Vanza. Ora con l’arrivo di don Ivan Maffeis, prete giornalista 56enne originario di Pinzolo, i confini si sono ulteriormente allargati in linea con quanto sta accadendo ormai da qualche anno in tutta la Diocesi di Trento. «Il nuovo inizio a Rovereto, domenica, sarà una cosa semplice - ribadisce il nuovo parroco della città - il modo migliore per rispettare la sofferenza che c’è in giro per via dell’emergenza sanitaria. Sarebbe irrispettoso far festa ora, sarebbe una comunità cristiana che non ha il polso di quello che succede fuori. Penso anche semplicemente ai medici».
L’arrivo di un nuovo parroco è sempre stato motivo di festa per una comunità. L’accoglienza del sacerdote solitamente è un rito partecipato, che stavolta però avviene in un periodo storico molto particolare. Per questo, come anche le parrocchie hanno imparato a fare durante il lockdown, ci sarà la possibilità di seguire l’evento su internet. Se ne sono occupati i giovani della parrocchia di Noriglio, che si apprestano a salutare don Emanuele Cozzi. Li ha visti crescere e costruire pian piano l’oratorio, inaugurato nel 2016. «Noi siamo naturalmente disposti ad obbedire ma non si va mai via contenti - commenta il parroco - perché si lasciano affetti. Fa parte del gioco del resto, ma mi spiace salutare soprattuto questo gruppo di ragazzi sempre pronti ad aiutare in parrocchia ma anche in paese».