Mercatino di Natale, Rovereto ci crede «Ma l'Apss ci dia il protocollo promesso»
Uffici comunali, Apss e consorzio Rovereto InCentro al lavoro per cercare di “salvare” il mercatino di Natale di Rovereto. Un mercatino che, se si dovesse trovare una formula efficace per garantire la sicurezza di visitatori e operatori, potrebbe alla fine essere uno dei pochi delle prossime feste in Trentino. Certamente il mercatino del centro più grosso, visto che Trento ha di suo già cancellato il programma di allestire le casette. La prospettiva, in via di aggiornamento quotidiano, di pari passo con le notizie dell’andamento del contagio da Covid, è di avere un mercatino senza somministrazione di cibi o bevande. Un taglio «doloroso», come lo definiscono dal consorzio, ma inevitabile: «L’area food non è fattibile: l’assembramento delle persone in fila in attesa di ritirare cibo o bevande o ferme in strada per mangiare o bere non si potrebbe evitare efficacemente».
Il sindaco di Rovereto Francesco Valduga l’ha ribadito ieri all’Adige: «Rispetto a marzo abbiamo capito come gestire gli spazi, abbiamo i presidi di protezione e più consapevolezza di cosa sta succedendo. C’è un aumento dei contagi, è vero, ma è importante valutare bene il rapporto e avere dati e percorsi certi da seguire. Senza numeri e analisi reali e complete non si può chiudere tutto. Intendiamoci, la salute viene prima di tutto ma dobbiamo difendere le attività economiche e le scuole. Questi settori devono rimanere aperti il più possibile e chiudere solo se è l’unica cosa da fare con spiegazioni scientifiche». Quindi, si tenterà di salvare almeno in parte l’allestimento del Natale, periodo che per i commercianti del centro storico può valere fino al 50% del giro di affari di un anno. Sempre, come ribadito, nel rispetto della sicurezza. Sicurezza che viene principalmente dal rispetto del distaziamento sociale. Su questo fronte Rovereto, che ha già adottato di suo la formula del mercatino diffuso in tutto il centro storico, sarebbe agevolata.
Ma alla fine chi è deputato a definire sulla carta “sicuro” o “non sicuro” un mercatino? E a rilasciare anche una relativa “certificazione”? La domanda la pone Massimo Moschini, il presidente del consorzio Rovereto InCentro che, in base al risultato del bando pubblico vinto, è chiamato ad organizzare l’evento. «Lunedì o al più tardi martedì avremo un incontro con l’assessore al Commercio (il neo nominato Bebbe Bertolini, ndr) e faremo il punto. O avremo possibilità di essere certi della sicurezza dell’evento, o non se ne farà niente. Da questo punto di vista farei un appello all’azienda sanitaria ed alla Provincia, affinché accelerino nel fornirci il protocollo sanitario annunciato dal presidente Fugatti all’incontro con il prefetto ed il consorzio dei Comuni l’altro giorno a Trento».
C’è una buona dose di paura tra gli addetti ai lavori. Anche di conseguenze personali di carattere penale, visto che il timore è che il mercatino di Rovereto si possa rivelare come lo sciagurato week-end sulla neve del 7 marzo scorso, quando migliaia di sciatori lombardi vennero in massa in Trentino e diedero vita a quello che poi è stato un tremendo acceleratore della diffusione del contagio. Per questo all’interno dello stesso consorzio le opinioni sono anche molto diverse. In diversi hanno espressamente esposto la propria contrarietà. Eppure, in tanti resiste la sensazione di essere prossimi a un “colpaccio”. L’idea di mantere un mercatino - seppur ridotto, “sparpagliato”, con distanziamenti e odore di gel disinfettante ovunque - nel “deserto” di un Trentino senza altre manifestazioni di Natale è per molti allettante: si potrebbe essere l’unico polo attrattore. «In tanti espositori da Trento - filtra l’indiscrezione dal consorzio - ci hanno già chiamato chiedendo di poter esporre a Rovereto». «Staremo a vedere. Per ora nell’attesa - conclude Moschini - lavoriamo per organizzare le luminarie e l’arredo urbano. Poi, per le casette, vedremo».
«Siamo d’accordo di cercare fino alla fine di fare tutto il possibile – commenta il presidente dell’Unione Commercio Marco Fontanari - e quindi se l’azienda sanitaria ci fornirà un protocollo certo da seguire, siamo pronti a fare la nostra parte per organizzare il Natale di Rovereto. Ma a chi parla di fare grandi affari perché saremmo l’unico mercatino in zona dico di non illudersi: il mercato turistico, purtroppo, si è già fermato. Le disdette tra ristoranti e hotel sono all’ordine del giorno».