Nuovi centri commerciali più poteri ai Comuni con la nuova legge Olivi
L’invasione di centri commerciali e, soprattutto, di supermercati ai margini del centro storico a breve potrà essere stoppata dal Comune. L’allarme generato dalla volontà di aprire un altro grande punto vendita al dettaglio a Sant’Ilario - allungando la concentrazione di vasti negozi di alimentari lungo la statale del Brennero e la rivana - sta trovando risposta nella modifica della legge provinciale sul commercio del 2010.
La seconda commissione permanente di piazza Dante ha infatti votato all’unanimità il disegno di legge presentato dal consigliere del Pd Alessandro Olivi.
«Nelle aree individuate dal Prg, esterne al centro storico, la cui destinazione d’uso consente l’insediamento di esercizi commerciali, il Comune può individuare, mediante adozione di variante al Prg, aree interdette ai medesimi esercizi commerciali o limitazioni relative agli stessi, se necessario per garantire la tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente, ivi incluso l’ambiente urbano, e dei beni culturali, sulla base di analisi di carattere urbanistico e ambientale».
Il testo, adesso, passerà in consiglio provinciale per essere votato dall’aula prima di diventare legge. E questo è un primo paletto a quella che, almeno a Rovereto, sembrava una gara ad avviare attività che a molti residenti sono suonate come impattanti. A tal punto che l’assessore comunale Andrea Miniucchi si era lamentato per la mancanza di strumenti da parte di palazzo Pretorio.
«Non ci saranno nuovi supermercati a Sant’Ilario. Anzi, di concerto con la Provincia bisogna pensare ad avviare una riforma urbanistica commerciale che escluda da alcune zone della città settori merceologici come quello alimentare. In questi casi le motivazioni, per sancirne l’esclusione, andrebbero trovate nell’impatto che si creerebbe sul traffico, sull’inquinamento e sulla qualità delle relazioni sociali».
Da qualche anno, ormai, a fronte di aziende che chiudono in città spuntano come funghi i supermercati, con un certo predominio per i discount. E Rovereto è ormai la città più commerciale d’Italia con una superficie destinata alla vendita al dettaglio che supera i 125 mila metri quadrati. Tradotto significa che ogni residente ha a disposizione 3,3 metri per spendere. Una sorta di cella dello shopping che è di per sé un piccolo record nazionale. Al di là dell’evidente esigenza di riempire frigo e dispensa dei roveretani, il fatto che i supermercati prolifichino in quest’angolo di Bel Paese ha ovviamente una ripercussione positiva sul mondo del lavoro: gli addetti occupati tra banchi e scaffali di cibi e bevande sono oltre 600. E, soprattutto, molti discount sono sorti sulle ceneri di ecomostri liberando quindi lo skyline da brutture per riportarlo in vita. Da S. Ilario alla Favorita, insomma, ci sono una decina di grandi punti vendita e tutti, attenzione, lavorano, segno che lo spazio per gli insediamenti c’era. Ma ora si tema che la corsa non si fermi più andando ad occupare altri ambiti come, appunto, l’area Sav a Rovereto Nord.
Il disegno di legge Olivi, che ritocca di poco (ma in maniera determinante) la norma provinciale sul commercio, concede potere ai Comuni di decidere se stoppare la realizzazione dei nuovi centri commerciali intervenendo con lo strumento urbanistico principe delle municipalità, il Piano regolatore generale.