Protesta dei lavoratori alla rsa Vannetti Fenalt: «Mancano guanti e mascherine» Critiche anche su ferie forzate e premi assenti
Una delegazione del sindacato Fenalt del Trentino ha organizzato ieri un presidio davanti all’ingresso della rsa Vannetti, a Rovereto.
L’iniziativa ha voluto rilanciare la protesta - spiega una nota dell’associazione di categoria - per dare voce ai dipendenti della struttura sanitaria che lamentano criticità organizzative e mancanza di dispositivi di prevenzione personale.
Il sindacato ha chiesto le dimissioni del direttore della struttura.
«Durante la prima fase della pandemia la Rsa ‘Vannettì è stata una delle Apsp colpite: gli operatori hanno saltato le ferie i riposi e si sono trovati a lavorare su turni di dodici ore. Finita l’emergenza, il direttore ha proposto un recupero ore programmato in autonomia, con ferie d’ufficio, innescando un clima negativo che col tempo e con lo stress della seconda ondata sta peggiorando ulteriormente», ha spiegato Roberto Moser, vicesegretario Fenalt.
Secondo quanto riferito dal sindacato, altro elemento di tensione è rappresentato dal mancato riconoscimento dell’impegno dei dipendenti e dalla mancata distribuzione del premio produzione conferito dalla Provincia di Trento.
«La molla - ha detto ancora Moser - è scattata venerdì quando i dipendenti si sono lamentati perché all’inizio del servizio non trovavano le dotazioni di dpi, (mascherine ffp2 e guanti): problemi di organizzazione o scarsità di dispositivi? Durante la prima fase della pandemia la Vannetti è stata una delle apsp colpite: gli operatori hanno saltato le proprie ferie per l’emergenza che si è creata, hanno saltato i propri riposi e si sono trovati a lavorare su turni di 12 ore.
L’emergenza sanitaria che c’era in quel momento richiedeva questi sacrifici e come professionisti non si sono tirati indietro per garantire il più possibile agli anziani un’assistenza dignitosa. Finita l’emergenza, il direttore ha proposto un recupero ore programmato in autonomia – ferie d’ufficio – innescando un clima negativo che col tempo e con lo stress della seconda ondata sta peggiorando ulteriormente.
Altro elemento di tensione - afferma il sindacalista - è rappresentato dal mancato riconoscimento dell’impegno dei dipendenti: la Direzione avrebbe potuto dare ai propri operatori il cosiddetto 1% del monte salari che si traduce in circa 300 euro lordi per un tempo pieno.
Uno sforzo economico che Fenalt ha chiesto a tutte le Apsp e quasi tutte hanno risposto in maniera positiva. La Vannetti ha risposto “picche” senza alcuna motivazione ragionevole.
Non solo, la direzione della Vannetti non ha mai distribuito parte del premio produzione dato dalla Provincia, trattenendo da anni dei soldi che oggi ammontano a circa 100.000 euro; abbiamo chiesto che vengano distribuiti, è da anni che lo chiediamo, come fanno tutte le Apsp, ma niente, hanno fatto rientrare questi soldi nel bilancio. Su questo faremo ricorso alla Corte dei conti.
Per non parlare - conclude Moser - del cambio dell’orario di lavoro, senza discuterne con i sindacati, salvo aderire alla nostra richiesta di concertazione ma senza darne seguito. Il personale è stanco, demotivato e arrabbiato, risente del clima negativo prodotto dalla Direzione e che non giova alla qualita’ del servizio. La misura e’ colma: chiediamo le dimissioni del Direttore che non e’ stato in grado di gestire bene questa fase con ripercussioni negative nella gestione interna”.