La Rigenerazione comincia dai distretti, parte la fase due del progetto

di Luisa Pizzini

Rigenerare significa generare di nuovo, in senso figurato recuperare un precedente stato di dignità, di grandezza. É questo che il sindaco Francesco Valduga ha sempre detto di voler fare in centro storico di Rovereto attraverso la rivitalizzazione del terziario: negozi, ma anche ristoranti e strutture ricettive, attività di servizio alla persona o alle imprese.

Fare in modo che il cuore della città diventi più attrattivo per il terziario e, di conseguenza, si ripopoli di gente. Covid permettendo, naturalmente. Con la firma, ieri, del rinnovo del Protocollo d'intesa tra Confcommercio e Comune di Rovereto il progetto di Rigenerazione urbana (e umana, come ha aggiunto il sindaco) entra nella fase due, la fase operativa. Se ne è parlato tanto negli ultimi quattro anni: l'iniziativa è stata sviscerata negli incontri che si sono susseguiti per presentarla, per coinvolgere i diversi soggetti del territorio, per raccogliere spunti da altre esperienze di questo tipo.

«É stato pensato prima del Covid - ha esordito Valduga - ma ora a maggior ragione ci rendiamo conto di quanto sia importante promuovere relazioni, migliorare gli spazi ma anche farne insediare di nuovi, migliorare quel che c'è. É paradigmatico di quello che ora devono fare le amministrazione: promuovere capacità di lavorare insieme».

É arrivato il momento di passare ai fatti e ieri, dopo la firma da parte di Valduga e del presidente dell'Unione commercio e turismo Marco Fontanari, è stata azzardata anche la prima scadenza: «Prima dell'estate inaugureremo il primo distretto» ha assicurato Giampiero Lui dell'Unione, tra i principali fautori del progetto portato avanti in sinergia con il Comune.La realizzazione dei distretti (in tutto saranno quattro o cinque e divideranno sostanzialmente in zone il centro della città) è la prima azione concreta della Rigenerazione urbana.

«Ci sarà il distretto che ruota attorno a corso Bettini, con tutte le sue peculiarità ossia la sede universitaria, il teatro, il Mart» ha spiegato ieri Lui iniziando a regalare un'idea concreta di come Rovereto riprenderà vita secondo gli ambiziosi obiettivi del progetto.Il progetto di Rigenerazione urbana, come ha ricordato ieri anche la dirigente che lo ha seguito passo passo dandogli continuità, Marisa Prezzi, ha coinvolto nella prima fase la società specializzata Iscom Group assieme alla quale sono state definite le azioni da mettere in campo.

Per questo saranno coinvolti anche gli assessorati di Mario Bortot che si occupa di turismo, di Micol Cossali per la cultura e di Andrea Miniucchi per quel che concerne la viabilità. «Infine non è calato dall'alto, fin dalla sua costituzione si sono voluti coinvolgere tutti gli attori del territorio: cittadini, enti museali, operatori economici». É anche unico in Trentino Alto Adige e riferimento nel contesto nazionale, dov'è nato nel 2017 su impulso dell'Associazione nazionale comuni italiani e Confcommercio. P

assando alle azioni concrete, dopo i distretti, verrà attivata la mappa interattiva: «La stiamo costruendo fin dall'inizio di questo progetto per capire qual'è la consistenza del terziario nel centro storico, l'evoluzione di utilizzo dei locali (per occupazione e tipo). Con il censimento fatto dal Comune abbiamo conteggiato 456 attività fronte strada nella zona centrale: proprietari e agenzie si possono confrontare con noi, consultare questa mappa per cercare di favorire i nuovi insediamenti. L'idea è quella di far diventare il centro un incubatore d'impresa proprio come quello che esiste nel polo tecnologico di Trentino sviluppo. Abbiamo l'ambizione di riprodurlo in città per attirare e far crescere anche qui le start up».

Non vedono l'ora di vedere i primi risultati sul campo il Comune ma anche l'Unione commercio e turismo, anche perché sarebbero i primi segnali di uscita da una crisi accentuata dall'emergenza sanitaria. «La cosa più bella è che quando hai un'idea e riesci a farle prendere corpo: ti dà sempre più voglia di continuare» commentava ieri Marco Fontanari. «Questo ha portato ad un cambio di mentalità nella associazioni, si è capito che protestare serve a poco protestare, meglio proporre e disegnare i futuri dei propri luoghi. Con Valduga questo ha trovato continuità. Rovereto è stata la prima a mettere in gioco i suoi protagonisti, carpire le esperienze buone dalle altre parti e farsi fotografare da fuori. Usciamo da un momento difficilissimo, ma abbiamo raccolto anche qualche spunto dal periodo Covid».

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