Lo strano caso della Solatrix: la Provincia chiede posti letto Covid, ma poi non arriva nessun paziente
La denuncia del sindacato Cgil: tutta l’attività stravolta, si è allestita una sezione da 20 posti, ma i malati non si sono mai visti (e non arriveranno)
ROVERETO. Un paradosso: una clinica privata allertata dalla provincia per accogliere malati Covid, l’organizzazione, e poi…. più niente. E’ la denuncia del sindacato Funzione Pubblica Cgil. «È di martedì scorso la riunione tra la direzione della Clinica Solatrix di Rovereto e i sindacati Fp Cgil (Gianna Colle e Marco Cont), Cisl Fp (Alfio Traverso) e Uil Fpl Sanità (Giuseppe Varagone); erano presenti anche le rappresentanze sindacali aziendali e l’incontro fa seguito ai forti malumori raccolti tra i lavoratori della clinica.
Come si ricorderà, a pochi giorni dall’apertura, prevista nei primi giorni di marzo, del reparto di cure intermedie della Solatrix, allo stesso è arrivata l’urgente richiesta da parte della Provincia di mettersi a disposizione per accogliere gli eventuali pazienti Covid dimessi dall’ospedale: si rendeva necessario liberare subito 10 posti letto, estendibili a 20. Ne è seguita l’ennesima riorganizzazione delle attività: sono cambiate le “allocazioni interne”, le presenze in turno e la programmazione generale della turnistica. Peggio ancora, ci sono state imposizioni di ferie e riposi forzati: tutto senza alcun coinvolgimento preventivo del personale interessato, creando anche molti casi di debito orario.
La novità è che questi pazienti non sono arrivati e non arrivano; inoltre l’attività chirurgica e riabilitativa dell’Apss è ridotta alle sole emergenze e dunque la Solatrix si trova coi posti letto vuoti e la disorganizzazione si scarica sui lavoratori: chiamati o lasciati a casa alla bisogna, senza alcuna considerazione per le loro esigenze professionali, familiari e di vita.
Durante tutta l’emergenza, il personale si è adoperato per fronteggiare le esigenze senza mai risparmiarsi e senza obiettare. Ora tocca alle amministrazioni provvedere al recupero economico del debito orario da loro stesse prodotto. Ma il timore è che stiano già pensando di farlo recuperare, dopo le ferie forzate, imponendo periodi di turni massacranti.
Oltre a tutto questo è bene ricordare che non a tutti questi lavoratori della sanità privata, che hanno sempre lavorato a supporto della sanità pubblica trentina è stato corrisposto il bonus Covid che ha visto riconosciuto per ogni dipendente pubblico, un compenso minimo di 200 euro, e che il contratto rinnovato non è ancora stato completamente applicato, nel riconoscimento dell’una tantum, così come nel riconoscimento del tempo di vestizione.
I sindacati hanno chiesto di garantire il monte orario giornaliero, settimanale e mensile; di considerare, per il pregresso, tutte le giornate assegnate dall’amministrazione come “giorno di riposo” assolte dal debito orario in quanto la riorganizzazione delle attività non può e non deve gravare sulla pelle dei lavoratori; che si ritorni alla turnistica, già promessa, di 8 ore mattina - pomeriggio - notte anziché 7 ore mattino, 7 ore pomeriggio 10 notte. Infine chiedono che la Solatrix si faccia parte attiva nei confronti della Provincia, perché questa flessibilità richiesta alle strutture private non può ricadere sulle spalle dei lavoratori».