Tragedia di Pilcante, ieri l’autopsia su Matteo Tenni: concesso il nullaosta, forse già domani i funerali
Il carabiniere che ha sparato si affida all’avvocato Paiar: «Per ora non è stato sentito, è molto scosso». Il papà della vittima, in casa di riposo, non sa ancora nulla
PILCANTE. E' stata eseguita ieri l’autopsia sul corpo del povero Matteo Tenni affidata dal sostituto procuratore di Rovereto Viviana Del Tedesco all’istituto di medicina legale di Verona. Dopo l'esame - i cui esiti si conosceranno nei giorni prossimi - la procura di Rovereto ha concesso il nullaosta per la sepoltura. Dei funerali, che saranno celebrati nella chiesa di Pilcante, si occuperanno le pompe funebri Fabrizio Pedrinolla di Ala. La data, al momento, non è ancora stata fissata ma è probabile che l’ultimo saluto a Matteo sarà dato domani o al più tardi venerdì.
Ci sarà la mamma, "Per lei è un dolore immenso e speriamo tutti che che piano piano ce la faccia a superare questo momento. Sarà ovviamente dura». Come duri sono stati gli ultimi decenni con un figlio malato a carico da curare e pure difendere. Il papà, invece, non è stato informato. «È alla casa di riposo in val di Sole, non era il caso di turbarlo» spiega iul parroco di Ala.
L'autopsia è un atto fondamentale per riempire il fascicolo a carico di A. A., il carabiniere che ha sparato e ucciso Matteo Tenni nel tardo pomeriggio di venerdì a Pilcante. Un colpo che ha reciso l'arteria femorale e che è entrato dal ginocchio visto che il militare ha mirato verso il basso e dunque non per uccidere intenzionalmente l'uomo che aveva di fronte.
Il proiettile, però, è finito dove non avrebbe dovuto. L'arteria femorale, d'altro canto, indica un gruppo di vasi sanguigni della coscia che partono dietro il legamento inguinale (dall'iliaca esterna) e, dopo aver attraversato il canale degli adduttori, terminano al ginocchio.
Dalla prima ricostruzione emergerebbe proprio questo: il carabiniere, per fermare Matteo che stava brandendo l'accetta, avrebbe sparato verso terra, forse per colpirlo alle gambe e farlo cadere. Il proiettile ha infatti colpito il ginocchio. Tenni è poi effettivamente caduto sul vialetto di casa perdendo moltissimo sangue. E i due militari di pattuglia hanno prov}ato a tamponare l'emorragia con la cintura ma senza fortuna.
Lunedì mattina, comunque, a palazzo di giustizia in corso Rosmini sono state formalizzate le costituzioni delle parti. Il carabiniere di 54 anni ha affidato la difesa all'avvocato Marcello Paiar di Trento mentre Annamaria Cavagna, la mamma della vittima, ha incaricato un legale amico di famiglia, Francesca Pollini di Rovereto.
Oltre al referto autoptico, ovviamente, nel fascicolo (per il momento aperto per omicidio preterintenzionale) finirà la dinamica dell'accaduto.
La prima versione parla di un posto di blocco forzato da Matteo Tenni (al quale era stata ritirata la patente di guida) all'ingresso Nord di Pilcante e al successivo inseguimento per le vie del paese da parte della pattuglia. Una corsa tra le strette stradine - che, tra l'altro, ha causato danni ad alcune vetture in sosta - e che ha coinvolto perfino la pista ciclabile.
Quando l'uomo è rientrato a casa e ha parcheggiato la macchina in garage, però, è andato verso i militari brandendo un'accetta. Con la quale ha colpito con violenza il parabrezza della «gazzella» frantumandolo e ferendo l'autista.
Il militare, comunque, non è ancora stato formalmente sentito, nemmeno come persona informata dei fatti. Certo, il rapporto di servizio su quella tragica serata è in mano all'Arma ma non fa parte, per ora, del fascicolo. E lo stesso carabiniere, a questo punto, essendo indagato deciderà da sé se essere ascoltato o se attendere il prosieguo delle indagini.
Lunedì, comunque, la difesa ha nominato un proprio consulente per seguire l'autopsia mentre la parte civile si è rimessa al perito della procura.
Ma come sta il militare? «É molto provato da un punto di vista umano, - racconta l'avvocato Paiar - anche perché è una cosa che lascia il segno a prescindere. Certo, non c'è stata alcuna leggerezza da parte sua, ha agito secondo protocollo ma questo non cambia lo stato delle cose, è molto dispiaciuto. Non è una persona insensibile e anche se fa parte dei rischi del mestiere ci è rimasto male. E sta vivendo questo periodo con normale apprensione».
Sulla sua versione ufficiale di quanto accaduto il legale prende tempo: «Sono appena stato nominato difensore ed ora vedremo cosa fare, quando e se decideremo di fari ascoltare dal magistrato».