Santa Maria del Carmine, Alessandro Carrara nuovo primario di chirurgia
Il medico che ha vinto la selezione è specialista in chirurgia generale dal 2002, lavora da 17 anni come chirurgo nella I Divisione di chirurgia generale e oncologica del Santa Chiara di Trento
ROVERETO. Dopo l'arrivo, nel giugno scorso, del nuovo direttore sanitario dell'ospedale, Michele Sommavilla, al Santa Maria del Carmine ecco un nuovo primario: Alessandro Carrara guiderà il reparto di chirurgia.
L'unità operativa multizonale di chirurgia, questo il nome dell'area medica che interessa sia l'ospedale di Rovereto che quello di Arco, «si occupa della diagnosi e del trattamento chirurgico delle patologie che interessano gli organi della cavità addominale (intestino, colon, fegato, stomaco, esofago, pancreas, cistifellea, fegato, dotti biliari) oltre alla mammella e alla tiroide». Dispone di venti letti di degenza ordinaria e due per attività di day surgery ossia quegli interventi che si risolvono in giornata senza la necessità di un ricovero.
L'organico è di nove medici, oltre al primario.
La direzione del reparto è rimasta vacante dopo il pensionamento del dottor Francesco Ricci.
Il primo ottobre scorso si sono quindi svolti i colloqui sulla base di quali la commissione ha stilato la graduatoria. E in cima questa graduatoria ora c'è il nome del dottor Alessandro Carrara.
Specialista in chirurgia generale dal 2002, lavora da 17 anni come chirurgo nella I Divisione di chirurgia generale ed oncologica del Santa Chiara di Trento. Dal 2018 riveste il ruolo di vice direttore della stessa Divisione.
Si occupa prevalentemente di laparoscopia e tecniche avanzate miniinvasive per la cura di patologie benigne e maligne di colon-retto, stomaco, milza, endocrino-chirurgia, parete addominale, urgenze chirurgiche.
Dal 2018 è coordinatore e responsabile regionale per il Trentino della Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani.
Docente per le scuole di chirurgia della parete addominale Acoi, Sic e Ishaws per la quale ha ideato, sviluppato e pubblicato una nuova tecnica di ricostruzione mini-invasiva della parete addominale denominata Tht ora in uso in numerosi centri italiani ed esteri.
Carrara nella selezione per l'incarico organizzata dall'Apss ha ottenuto una valutazione finale ottima, staccando gli altri tre candidati che si erano presentati per il posto.
Cinque erano le candidature iniziali: oltre alla sua, ambivano a questo incarico altri quattro chirurghi.
Tre di questi lavorano attualmente a Trento, divisi tra il San Camillo e i due reparti di chirurgia del Santa Chiara. Gli altri due invece fanno parte dell'Azienda sanitaria di Verona. Si tratta di Luca Bortolasi, dirigente medico di primo livello nella chirurgia generale dell'Asl di Verona, Francesco Ciraleglio, dirigente medico nelll'Unità operativa di chirurgia generale II al S. Chiara, dove è operativo il centro di alta specializzazione in chirurgia epato bilio pancreatica e Alberto Di Leo, dal 2018 è direttore dell'Unità operativa complessa di chirurgia al San Camillo di Trento.Si era candidato ma non si è invece presentato alla selezione Bruno Zani, trentino di nascita, direttore dell'Unità operativa complessa di chirurgia generale all'Azienda sanitaria di Verona.
L'esito dei colloqui ha premiato il dottor Alessandro Carrara, che ora però deve attendere l'investitura ufficiale da parta del direttore generale facente funzione dell'Apss, Antonio Ferro.
La procedura vuole infatti che dopo il lavoro della commissione sia il direttore a formulare la nomina, con la possibilità tra l'altro di scegliere autonomamente il primario nella rosa dei primi tre candidati che gli esaminatori hanno valutato essere i migliori.
Se però la sua decisione non dovesse ricadere sul primo dovrà darne una motivazione dettagliata. É successo di rado, in Trentino non se ne ha memoria, anche perché Carrara ha ottenuto una valutazione ottima mentre il candidato che si è posizionato al secondo posto ha un giudizio «molto buono».